venerdì 31 agosto 2012

CRISI: SE SEI SAGGIO, RIDI!


MANIFESTO R.I.D.I. RIFONDAZIONE INDIPENDENTE DEMOCRATICA INTERNAZIONALE
Noi sottoscritti:
1)Riconosciamo presupposto indispensabile per la legittimità di ogni potere pubblico la tutela dell’eguaglianza delle persone, della sovranità popolare inclusiva della sovranità monetaria e della proprietà del valore di ogni mezzo monetario al momento dell’emissione, delle libertà civili e politiche, del diritto alla salute e alla sicurezza personali e ambientali, del diritto al perseguimento della propria felicità o infelicità, della trasparenza dei procedimenti politici, giudiziari e amministrativi, della privacy, della partecipazione popolare alle decisioni pubbliche, dell’indipendenza dei magistrati dal potere esecutivo, dell’accountability nelle funzioni pubbliche, del principio di legalità, e di certezza del diritto, della fondamentalità del lavoro produttivo e del risparmio, dell’esclusione di ogni organismo o ente privato (per natura, per interessi, per gestione) di forza, dimensioni, posizione mono/oligo polista o mono/oligopsonista, e capacità tecnologica tale da prevalere sulle singole persone nella competizione economica e politica e da violare la privacy.
 2)Riconosciamo come legittimi soltanto gli organi rappresentativi liberamente ed equamente eletti dal popolo, con un diritto effettivo di accesso alle candidature e all’informazione;
3)Pertanto riconosciamo come illegittimo il potere costituito nelle istituzioni e nell’ordinamento internazionale e nazionale vigenti; e in particolare l’assetto del potere monetario, finanziario, bancario, creditizio internazionale e nazionale; il WTO, il GATT, il GATS, il Trattato di Maastricht, il Trattato di Lisbona, l’Eurosistema (SEBC), le istituzioni dell’Unione Europea;
4)Constatiamo che i suddetti organi operano senza legittimazione democratica e contro gli interessi del popolo e in sistematica e deliberata violazione dei principi di sovranità popolare e di fondamentalità del lavoro e del risparmio, e per il tornaconto di interessi oligarchici e privati, in totale e aperta sfida ai principi fondamentali della Costituzione italiana e ai diritti dell’Uomo come generalmente sanciti;
5)Riconosciamo quindi come legittima l’affermazione e la difesa dei suddetti principi mediante gli strumenti di fatto e di diritto disponibili, comprese la resistenza e la disobbedienza civili, fiscali, militari; riconosciamo come fuori legge e nemici dell’Uomo tutti gli autori, difensori, rappresentanti ed esecutori della violazione dei suddetti principi e diritti;
 6)Sono illecite, illegittime, quindi nulle e inefficaci, tutte le cessioni e privatizzazioni di sovranità popolare, nonché di beni, diritti, infrastrutture, risorse, industrie, filiere tecnologiche, di interesse strategico nazionale;
 7)Sono altresì illegittimi tutti i debiti, pubblici e privati, assunti e/o imposti in violazione dei suddetti principi fondamentali, ovvero con meccanismi tali che il debito aggregato non sia estinguibile.
 Tutto ciò premesso, noi sottoscritti ci costituiamo, sottoscrivendo il presente Manifesto, in Repubblica Internazionale Democratica Indipendente per la difesa e implementazione dei suddetti diritti e principi.

N.B.: Questo Manifesto presuppone che si creda nella possibilità della democrazia e della legalità, nonché nella razionalità dell’agire umano sia individuale che collettivo.

I BENEFICI DELLE ALGHE


Le alghe

Le alghe contengono tutti i preziosi elementi chimici disciolti nel mare. Nel nostro organismo se manca anche un solo elemento, tutte le funzioni vitali si bloccano o rallentano, è importante avere tutti i sali minerali e gli oligoelementi di cui necessita.
Le alghe hanno la proprietà di dissolvere depositi di muco e grassi, un effetto alcalinizzante e purificante del sangue e dell'organismo in generale, facilitano l'eliminazione di sostanze tossiche.
In Giappone ci sono zone ottimali per ogni tipo di alga. Dalla lavorazione ed essiccazione dipendono il sapore e le proprietà. Troviamo ancora aziende artigianali che con metodi naturali e nel rispetto dell’ambiente offrono alghe ricche di sali minerali e vitamine.


principali tipi sono:
xKombu (Laminaria japonica), usata in cucina per insaporire in modo naturale, per ammorbidire altri cibi o semplicemente come una qualsiasi altra verdura. Viene venduta secca ed impacchettata a strisce. E' ricca di polisaccaridi e minerali come ferro, calcio, iodio, magnesio, acido alginico, acido glutammico.
Effetti benefici: Sclerosi, artriti, ipertensione, squilibri ghiandolari; malattie polmonari, cardiovascolari, della tiroide; prevenzione delle malattie degenerative. L'acido alginico non è digeribile ma agisce come un depurativo naturale dell'intestino; l'acido glutammico è un insaporitore naturale dei cibi.


xNori (Porphyria tenera) è ricca di proteine, vitamine A, C e B in gran quantità. Viene venduta secca, in fogli ripiegati in quadrati, che devono essere tostati sulla fiamma dal lato lucido prima dell'uso.
Effetti benefici: riduce il tasso di colesterolo nel sangue, aiuta ad eliminare i depositi di grassi, facilita la digestione e la lucidità mentale.


xArame (Eisenia bicyclis) ricche di iodio e calcio.
Ammollarle prima della cottura, raddoppiano di volume, poi tagliarle in piccole striscie e bollirle per diverse ore; dal sapore delicato, ideale con tofu, tempeh e verdure.
Effetti benefici: riduce l'alta pressione sanguigna; usate come rimedio per i disturbi degli organi riproduttivi femminili.


xDulse (Palmaria palmata) è un'alga rosso porpora, morbida e dal gusto piccante.
Si usa per preparare zuppe e condimenti; cotta brevemente, si combina con le cipolle e accompagna piatti di cereali. Ricca di ferro, potassio, magnesio, iodio e fosforo.
Effetti benefici: il ferro cura l'anemia, utile in gravidanza. Indicata per problemi gastrici, intestinali e per squilibri tiroidei.


xHijiki (Sargassum fusiforme), alga con foglie che ricordano i rami degli alberi, è nera e dura, possiede la maggior quantità di minerali importanti ed oligoelementi (34%); ricchissima di calcio, 14 volte più del latte!
Effetti benefici: tonifica il corpo e purifica il sangue, ricostituente, cicatrizzante, rinforza, abbassa il colesterolo, previene la carie e i capelli bianchi; raccomandata in gravidanza.


xWakame (Undaria pinnatifida) per il suo gusto delicato si combina bene con le verdure, è anche un ingrediente prezioso per minestre. Ammorbidisce le fibre degli alimenti con cui viene cotta, utile con i legumi. Ricca di calcio, vitamine del gruppo B, vitamina C, magnesio e ferro.
Effetti benefici: proprietà benefiche per i capelli, unghie, pelle. Aiuta per i problemi cardiaci, l'eliminazione dei grassi, abbassa la pressione, disintossica il fegato, e aiuta a depurarsi dalle scorie radioattive e dai metalli pesanti.


fonte link

vedi anche https://www.algheria.it/nutriceutica-con-le-alghe
http://www.aamterranuova.it/Alimentazione-naturale/Le-alghe-molto-piu-che-un-alimento
http://www.alghe.org/2010/ricette/alga-dulse












L'alga marina è un alimento molto importante per la nostra salute; è molto difficile trovare altri alimenti che come le alghe marine ci liberino dalle impurità e dalle tossine che il nostro organismo accumula nel tempo.
E' accertato quindi che le alghe hanno proprietà disintossicanti, aiutano fegato e reni, favoriscono la digestione e l' eliminazione di scorie tossiche attravaerso sudore, feci e urine. La presenza di acidi grassi fa si che le alghe svolgano anche una funzione antinfiammatoria e grazie allo iodio che stimola l'attività della tiroide, accelerando così il metabolismo, le alghe possono anche considerarsi un alimento dimagrante. Gli antiossidanti invece permettono di eliminare i "pericolosi" radicali liberi. Le alghe hanno allo stesso tempo una grande capacità di contrastare i microrganismi patogeni ed aiutano quindi l'organismo ad attivare le difese immunitarie, rafforzano le ossa, i capelli e le unghie.
In ultimo, cosa non meno importante, si sta studiando il comportamento delle alghe nei confronti di alcuni tipi di tumore; questo grazie alla presenza all'interno delle alghe di sostanze antiossidanti. fonte link



giovedì 30 agosto 2012

L'ITALIA E' AL 100% EUROCENTRICA

 l’Europa –e soprattutto l’Italia- è al 100% eurocentrica, vive sotto un costante bombardamento mediatico semi-dittatoriale, non ha la minima idea di ciò che accade nel resto del mondo, ma (quel che più conta) pensa ancora come nel 1812, ovvero: “Se crolla l’Europa crolla il mondo intero; se crolla l’euro e l’Europa si disintegra scompare la civiltà nel mondo!” e ragiona ancora in termini coloniali. 

Modigliani http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/

http://larinascitaitalica.com/assange-wikileaks-ed-ecuador/

E' ANTI-ITALIANO MANON E' GIORGIO GABER CHI E'?


Mario Monti, l’anti-italiano per eccellenza.
Auto-eletto a statista, sta imponendo un linguaggio finanziario extra-italiano per invadere anche subliminarmente la coscienza e l’inconscio collettivo della nazione. “Spending Review” è un termine orrendo, denso di minacce, di incognite, che per qualsivoglia italiano non suscita alcuna eco inconscia, quindi non incita a pensare. “Bilancio di spesa”, o “Revisione di Spesa” o “Controllo della Spesa” invece, è un termine più pericoloso, perché fa scattare automaticamente domande sensate, naturali, banali, reali, del tipo: “qual è il rapporto tra costo e beneficio?”. In Germania e in Francia usano termini nella loro lingua, altrimenti il popolo li sbranerebbe.
Perchè devo usare il termine “governance” invece di “gestione”?
Perché l’uso della parola inglese incute timore, reverenza, e non fa scattare nessuna sinapsi nel cervello; il nostro inconscio creativo e operativo si smuove in italiano. Mentre invece se si usa il termine “gestione” c’è molta gente che pensa subito in termini operativi e può capire che coloro “che ci gestiscono” non stanno facendo il bene del paese, stanno portando l’Italia indietro, non procurano alcun profitto all’azienda Italia, perché “non sono capaci di gestire”. Davanti a “governance” -.che è un termine finanziario- si traballa, scattano i sensi di di colpa e i complessi di inferiorità del provincialismo italiano e vi fa sentire piccoli piccoli. E’ ciò che vogliono. Che vi sentiate tutti piccoli piccoli.
Il ministro Passera ha lanciato (lui l’ha definita “la svolta rivoluzionaria che determinerà la crescita e l’occupazione dei giovani”) la sua idea innovativa di “un allargamento di start up tale da consentire il raggiungimento di target pre-definiti”.
Che cosa vuole dire?
Questo è un linguaggio da colonizzatori. Abbiamo gli stranieri invasori in casa.
Per quale motivo un giovane venticinquenne italiano, ad Asti o Benevento, che vuole dar vita a una impresa nata da una sua buona idea originale deve sapere che cosa vuol dire “start up”? Oppure “target”? La risposta è molto semplice: lo dice il software della pubblicità. Così si spingono gli italiani verso una realtà virtuale e li si allontana da quella reale. Si introduce il concetto che “la lingua italiana non fa mercato” o meglio “La Cultura non produce marketing”. E’ quello che vogliono, è quello che stanno facendo.
Stanno cercando di far abituare gli italiani a incorporare l’idea che se non si usano termini finanziari e pubblicitari coniati e diffusi dalle oligarchie finanziarie anglo-americane, non si può lavorare né vivere.
Hanno introdotto neologismi robotici pericolosi come “stato dell’arte” traducendo malamente e sguaiatamente l’originale americano (in inglese vuol dire “massima evoluzione tecnologica in quello specifico settore di mercato” e basta, cioè tutta un’altra cosa) sostituendolo a “stato attuale della situazione” per introdurre l’equivalenza inconscia che fa scattare delle sinapsi nel cervello per cui si identifica, in italiano “lo status quo” e “lo stallo” alla “realtà tangibile” facendo credere che si tratta di “creatività artistica”. E la truppa mediatica ha abboccato. Non è vero niente. Non è così. Usano questi termini per imbrigliare il cervello a tanta brava gente che loro disprezzano. Ma se usate invece il termine “stato attuale della situazione” allora il vostro cervello, anche se dotato di pochi strumenti culturali, penserà e vi farà capire che “in Italia non sta accadendo nulla, non sta succedendo nulla”. Anche un deficiente tocca con mano che è tutto fermo: non c’è lavoro, non girano soldi, non c’è mercato, non ci sono finanziamenti, se non per coloro che disciplinatamente accettano la malleveria dei partiti; avete anche la scelta: a destra il PDL, a sinistra il PD e al centro l’Udc.
Così si sfianca un’etnia e si assoggetta una nazione.
Funziona meglio delle bombe.
Si chiama “programmazione neuro-linguistica”, è la base della dominanza.
E’ la struttura portante di ogni dittatura.
Mario Monti è l’unico premier europeo che alle conferenze stampa e nei convegni internazionali parla una lingua che non corrisponde a quella della nazione che rappresenta. Lui lo può fare perché non è stato eletto. Infatti non è italiano. Lui rappresenta gli interessi della finanza oligarchica anglo-araba-statunitense e deve sempre ricordare a tutti che rimane fedele a loro che vengono prima dell’identità della nazione e della nostra etnia. Se Angela Merkel andasse in Inghilterra e accanto a Cameron, davanti ai giornalisti, parlasse inglese, verrebbe sfiduciata immediatamente dal parlamento; a Hollande penso che gli sparerebbero (i suoi).
Il messaggio che Mario Monti veicola è quello di considerare priva di valore la lingua italiana, una lingua che lui ha stabilito “non essere una lingua colta” perché lui non è il frutto di una cultura nazionale, è un impiegato di multinazionali estere. In vacanze non va a Portofino, a Ravello, a Venezia, nel Mugello, a Macugnaga, a Taormina, a San Benedetto del Tronto, a Positano o in altri 10.000 posti meravigliosi che esistono in Italia. Lui no. Va a Saint Moritz in uno specifico quartiere selezionato dove vanno soltanto banchieri e finanzieri internazionali. Sono le uniche persone che frequenta.
E per il potere, il “simbolico” è sempre fondamentale. E’ il loro nutrimento basico.
Il segnale che vuol dare è chiaro: “non sono un italiano, quando voglio rilassarmi con gli amici, sto con la finanza, le banche e l’oligarchia che conta, ma fuori dall’Italia”.
Ascoltatelo con attenzione e vi accorgerete che parla come un software; è incapace di selezionare sintagmi e strutture grammaticali in lingua italiana senza introdurre locuzioni anglofone e terminologie avulse dal lessico nazionale.
Non parla mai di noi. Non parla mai a noi.
Si parlano soltanto tra di loro.
Chi conosce questo blog sa quanto sia sempre stato (e sia tuttora) iper-critico nei confronti della nostra etnia italiana. Riconfermo il tutto, ma ci aggiungo anche la grande memoria storica dell’ingegno, creatività e talento imprenditoriale, scientifico e artistico che ci ha sempre contraddistinti, con immensa invidia da parte di tutti. Quello è il nostro tesoro.
Perdurando questo stato di cose, l’Italia finirà fuori da tutto.
Perché avrà perso gli italiani.
Perché agli italiani hanno sottratto il Senso della propria identità.
E’ quella che bisogna recuperare per ritrovare la vitalità, l’inventiva, la curiosità, la voglia di fare: basta sottrarsi alle suggestioni malevole e interessate di chi vuole seguitare a ingessare una nazione.
E’ necessario ricostruire una classe intellettuale pensante in grado di fornire ai giovani strumenti operativi utili. Dobbiamo cominciare a muoverci, in fretta. Innescare dinamiche di cambiamento comportamentale. Scuotersi dal torpore. Iniziare da settembre a vedersi, spostarsi, andare, venire, contattare, confrontarsi, dibattere, scambiarsi idee, formule, dovunque e comunque, senza più farsi terrorizzare dalle cifre, gli spread e aliquote che saranno sempre fuorvianti. Perché false. Non rappresentano le persone.
Dobbiamo recuperare il gusto della narrativa esperienziale individuale e poi farla collettiva.
E così cambieremo la sceneggiatura del film della nostra vita italiana.
Per ritrovare il gusto e la voglia di salire sulla torre di Pisa a guardare il firmamento con o senza cannocchiale; osservare le stelle per capire dove stanno e come si muovono e che cosa hanno da insegnarci.
L’alternativa non è il baratro del default. Nell’inevitabile confusione, nel caso si dovesse verificare, il genio italiano riuscirebbe a prevalere, a manifestarsi, a Essere. Molto meglio dell’immobilità attuale, della paralisi stagnante, dell’ingessatura deprimente.
Paralizzati dallo sgomento, da italiani si diventa italioti.
E’ ciò che vogliono: che gli italiani salgano sulla torre di Pisa e osservino le stelle pregando loro che convincano la cugina di mamma a telefonare alla moglie di quel deputato che conosce per riuscire ad ottenere quello straccio di posto che vi pure schifo.
Vi vogliono convincere a tutti che è l’unica alternativa esistenziale praticabile.
Non è vero.
In ogni italiano aleggia la sapienza di Galileo, la musicalità di Rossini, la conoscenza psicologica umana di Pirandello, l’ardore imprenditoriale di Olivetti, i sublimi squarci sulla tela di Fontana. Ci sono. Sono reali. Esistono. Non vogliono che si manifestino.
Dobbiamo andarceli a cercare, fintantoché non li avremo trovati.
Cominciando, innanzitutto, da noi stesi.
Se non altro per una questione di orgoglio nazionale.
E’ un’ottima medicina per guarire l’identità.
Molto meglio del piagnisteo di regime e le loro orrende minacce sulla non esistenza del futuro. Non date retta al premier. Non è una profezia, la sua.
E’ soltanto la bieca minaccia di uno squallido ragioniere privo di argomentazioni solide, il quale vive nel quotidiano terrore di non riuscire a farla franca ed essere smascherato.
E l’unico maniera per sottrarsi al potere delle minacce consiste nel non farsi spaventare.
Il governo vi minaccia, tutto qui.
Basta fare bleah, e la paura passa.
Il futuro esiste se noi vogliamo che esista. E’ il potere dell’auto-profezia.
Mario Monti, invece, vi vuole depressi e avviliti e pieni di paura.
Non dategli retta.
Non fatevi spaventare, e poi, rimettetevi con calma e devozione a fare il disegno che stavate facendo prima che questa massa di tecnici interrompesse il vostro viaggio. E quando dico tecnici, voglio dire anche e soprattutto Berlusconi, lui è sempre stato solo e soltanto un “abile tecnico pubblicitario” e niente di più. Mario Monti è un suo prodotto.
Il “prodotto Italia” è ben altra cosa e non può essere lasciato nelle mani dei tecnici.
Perché siamo in emergenza e dobbiamo organizzarci per conto nostro.
Ci vogliono i Grandi Visionari.
Galileo Galilei docet. fonte link

UN ANTIDOTO ALLE SCIE CHIMICHE?


Un lettore ci ha segnalato una sua interessante esperienza empirica in merito ad un sistema per contrastare le scie chimiche, sistema che riteniamo vada assolutamente condivisa poiché di una semplicità disarmante.
Dato che da sempre le cose più semplici sono le più potenti, questa potrebbe essere una soluzione praticabile individualmente per attivarsi nei confronti dell’odiosa pratica clandestina delle Chemtrails.
Riportiamo pertanto l’articolo così come redatto in originale, accludendo il link alla fonte.
Buona lettura e soprattutto buona installazione. In fondo, in tutta semplicità, perché non provare?
Jervé

Il tempo delle denunce è finito, la gente ha capito che le operazioni clandestine di CLOUD SEEDING, visibili sotto forma di scie chimiche, sono un gravissimo problema da debellare prima di mai, meglio ieri.
Se la denuncia è terminata, dobbiamo necessariamente lasciare spazio alla fase successiva, quella dell’azione.
Parallelamente alla controinformazione svolta negli anni, per sensibilizzare l’opinione pubblica verso queste aberranti tecniche di manipolazione climatica, dobbiamo necessariamente partire con lo studio di sistemi e tecniche per eliminare o quantomeno ridurre gli effetti negativi dei composti chimici irrorati.
Ciò sempre nell’attesa di governi e mastri di loggia migliori.
Sino ad ora, gli unici esperimenti in questo senso venivano eseguiti tramite strumenti orgonici, come Chembusters, Tower Busters, CloudBusters ecc.. ma da poco ho testato personalmente un sistema che potrebbe essere rivoluzionario ma al contempo semplice e visto come ci hanno ridotto, a basso costo.
Venite.. fatevi attraversare dalla Sphaeralux…
L’altro giorno pensavo, se guerra chimica deve essere, che sia !!
Ho rispolverato vecchi libri di chimica che usavo a sQuola ed ho letto delle cosine interessanti sulle reazioni del Bario e di altre sostanze chimiche, sospettate di essere utilizzate per le irrorazioni durante il Cloud Seeding.
Leggendo mi è venuto in mente, che i composti irrorati, devono forzatamente reagire ad altre sostanze, pertanto mi sono messo come Davide, pazientemente a levigare il mio sassolino da ficcare direttamente in mezzo all’Occhio che tutto vede.
Ed ecco il META-FLAK, un sistema che affronto con cautela, essendo scienza di frontiera, solo pochi altri nel pianeta hanno già testato e documentato il fenomeno.
Diciamo che è ancora un campo aperto, non ci sono manuali.
Consiglio pertanto caldamente di approfondire empiricamente la questione, meglio se supportati da una basilare conoscenza della chimica.
Logica di base dell’esperimento:
I sali di Bario possono reagire a varie sostanze ed alcune scompongono la molecola originale.
In alcuni casi una parte del Bario originario potrebbe addirittura trasformarsi in acqua.
Così mi son detto, perché non provare ?
Ho preso, quindi, dell’aceto di mele che avevo in cucina e notando il cielo gelatinoso oltre che uniformemente grigio, ho aperto la bottiglia posandola sul balcone per vedere se l’esperimento fosse in grado di sortire l’effetto desiderato.
Ho acceso la telecamera per documentare il possibile, ed atteso qualche minuto.
Al ritorno ho notato alcuni mutamenti nelle nuvole artificiali sopra la mia testa.
Altri 10 minuti e si era aperto uno spiraglio di luce, nella fitta coltre chimica che prima ricopriva l’intero arco celeste.
Con lo scorrere del tempo, la coltre si diradava fino a sparire definitivamente, in un raggio che ad occhio poteva essere di qualche chilometro.
Come noterete dal video, non vi sono trucchi o altro, ho semplicemente ripreso più volte a distanza di 5 minuti.
Il cielo, alcune ore dopo ed entro il raggio d’azione, della bottiglietta di aceto, era pulito.
…e la notte, mi sono goduto la stellata.

Qualcuno giustamente si chiederà, come diavolo fa una semplice bottiglietta di aceto ad arrivare così in alto per reagire con i composti irrorati, ebbene quei composti prima o poi ricadono saturando anche gli strati inferiori della biosfera, l’aceto, invece, sale verso l’alto ed impregna l’atmosfera similmente alla carta assorbente con l’acqua, basta appoggiare un lato che la reazione ha inizio.
La reazione probabilmente ha un moto a spirale ed è chiaramente a cono rovesciato, dove il vertice ha come sede il collo della bottiglia di aceto.
Cercando di seguire per gioco, un modus operandi para-scientifico, ho provato a richiudere la bottiglia ed infatti in pochi minuti il cielo si è ricoperto come in origine.
Quindi ho aperto nuovamente la bottiglia ed ho notato, ancora una volta, il cielo aprirsi come in precedenza.
E’ doveroso precisare che al momento in cui scrivo questo articolo, ho eseguito l’esperimento solo trè volte, in giorni e condizioni climatiche differenti.
I risultati sono stati identici, per cui mi sento di poter affermare che almeno in questa fase i risultati sono più che incoraggianti ed allora io incoraggio voi a fare lo stesso.
Provate di persona, che è sempre la cosa migliore.
Fate come mi hanno insegnato NON CREDETE AD UNA SOLA PAROLA di quanto scrivo, ma informatevi, verificate voi stessi !!
E il cielo si aprirà…
Sono ben accetti pareri di chimici ( no perdi tempo e debunkers, please ) per un confronto tecnico su quanto prodotto dalla reazione tra la soluzione di aceto e probabilmente sali di bario o chissà quale altro ingrediente, delle simpatiche irrorazioni clandestine, che dobbiamo sorbirci quasi ogni giorno.
Allora avete già provato ?
Mi raccomando, se volete il massimo, attivate il META-FLAK con cielo completamente coperto o gelatinoso, anche durante temporale in essere, con pioggia e vento, l’effetto è assicurato.
Che ne pensate ?
Ah dimenticavo un consiglio, NON VOTATE CHI VI AVVELENA !!
Ecco un primo esempio, gentilmente inviato da Pasquale Covucci, che nel suo caso si avvale anche delle proprietà del Fiore della Vita sulla bottiglia che ha per base il Frutto della vita, opera in ferro sempre del Covucci. fonte

VIA COL VENETO



“Il popolo veneto è estinto. In Veneto vivono milioni di italiani. Italiani diversi, che lavorano più degli altri, pagano più degli altri, muoiono più degli altri”. Inizia con queste parole, a commento delle immagini del funerale di un imprenditore suicida, il trailer di Via col Veneto, un film-documentario sulla crisi economica, sociale e culturale in Veneto.
“Non si tratta propriamente di un trailer – spiega Carlo Melina, giornalista padovano, già autore e inviato di trasmissioni televisive Rai e Mediaset – Quella che presentiamo oggi sul giornale online L’Indipendenza (www.lindipendenza.com), e che verrà trasmessa durante la Festa dei Veneti del 31 agosto, 1-2 settembre, a Cittadella, è un’anteprima di 4 minuti. Serve a testare il lavoro che sto facendo con Francesca Carrarini, una collega di Studio1, e presentarlo agli amici che lo stanno sostenendo, in attesa della realizzazione finale, prevista per metà ottobre”.
Raccontare una storia che non si è vista in televisione. Questo è l’obiettivo di Via col Veneto: “dalla commedia italiana anni ’70 ai talk show contemporanei, il tipo veneto che piace ai media italiani  deve possedere delle caratteristiche ben precise: servilismo, dabbenaggine, avidità – insiste Melina – Quello che per una volta cercheremo di fare noi, è raccontare qualcosa di diverso. Un Veneto produttivo, un Veneto solidale, un Veneto che dà più di quanto prende e merita. Nonostante la crisi.”
E’ proprio la crisi il denominatore comune delle “storie” di impresa e lavoro, raccolte da Sappada a Monselice, in ogni angolo della Regione, e raccontate attraverso la viva voce di veneti noti, quale quella di Antonio Costato, già vicepresidente di Confindustria e presidente di Grandi Molini Italiani, e dell’avvocato Massimo Malvestio, e meno noti. Veneti stanchi di passare, alla bisogna, per servi o evasori, e che per questo hanno deciso di finanziare la loro “versione della storia”.
“D’accordo con il direttore ho lanciato una sottoscrizione pubblica sul giornale online L’Indipendenza.com, che sta avendo una  buona risposta. Abbiamo ricevuto donazioni e incoraggiamenti anche dalla Liguria e dalla Sicilia – spiega Francesca Carrarini – Donazioni che ci permetteranno di concludere il lavoro e di cederlo gratuitamente a chiunque, media italiano o estero, voglia trasmetterlo. Con noi collaborerà anche Davide Ferrario, chitarrista monselicense di Franco Battiato e Gianna Nannini, che comporrà le musiche originali”.
Questa è la forza di Via col Veneto: una volta ultimato, non sarà venduto, ma, secondo le norme di legge, offerto a tutte le redazioni giornalistiche e diffuso gratuitamente attraverso la rete internet: “dobbiamo raggiungere la massima diffusione. Il nostro obiettivo è mostrare ai veneti che il vero volto della crisi, soprattutto in Veneto, non ha i tratti dell’evasore tronfio che va a Cortina o dell’imprenditore razzista e ignorante che piace al cinema o alle trasmissioni di approfondimento – conclude Melina – I dati parlano chiaro: il Veneto è la regione italiana con il maggiore tasso di integrazione di immigrati anche extracomunitari, con il maggior numero di donatori di sangue, di associazioni di volontariato. Il Veneto ogni anno versa all’Italia circa 15 miliardi (stime sul residuo fiscale); soldi che servono per mantenere gli sprechi di stato, ma evidentemente non bastano per ricevere il rispetto delle istituzioni centrali”. fonte link

mercoledì 29 agosto 2012

NIGEL FARAGE: DOBBIAMO RESTAURARE LA DEMOCRAZIA

NIGEL FARAGE: SEMBRANO ADEPTI DI SCENTOLOGY

LE ULTIME ORE DELLA NOTTE

Sempre più persone stanno facendo esperienza di situazioni difficili ravvicinate. La sensazione condivisa, in linea generale, è che gli eventi negativi siano in aumento. E in effetti è così. 
Ma se dirigiamo la nostra attenzione in modo positivo, tuttavia, possiamo accorgerci che sono aumentate anche le occasioni di crescita e guarigione.
Questo accade perché è accelerata la frequenza del tempo. Tutto procede più velocemente.

Se da una parte aumentano le prove, dunque, dall'altra aumentano anche gli aiuti e le risorse. Alcune persone, ad esempio, stanno affrontando le proprie crisi economiche e/o emotive (c'è differenza?) con rinnovatacreatività e capacità di reinventarsi.

Questa velocità ci mette a contatto con la conseguenza delle nostre scelte e ci chiede di agire con maggiore responsabilità, sia come individui sia come gruppo. Sappiamo bene, infatti, che occorre impiantare una nuova cultura, dove economia e politica recuperino l'aspetto etico, cioè l'attenzione alle persone.

La Rinascita non verrà dall'alto, dai politici, dai "salvatori". Ma verrà "dal basso", dalla gente comune. 
La Rinascita siamo noi ogni volta che ascoltiamo il buon senso, e non la paura... ogni volta che ascoltiamo il bene delle persone, e non l'egoismo.

Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto.
(Giordano Bruno)

Per partorire una nuova cultura dobbiamo essere uniti, sostenerci, non fare il gioco di chi ci vuole schiavi, timorosi e quindi divisi.

Occorre, come primo luogo, che siamo uniti dentro di noi. Che recuperiamo l'integrità dei nostri valori, la capacità di scegliere e non di re-agire compulsivamente.
E occorre che siamo uniti fuori, costruendo rapporti con le persone attraverso il nostro esserci, la nostra compassione, la nostra capacità di dare e ricevere.

E se piccoli uomini ci deridono, rispondiamo con la forza delle nostre azioni. Quanti di noi, invece, si preoccupano di conservare cose, schemi di pensiero e approvazione, e per questo rinunciano all'agire?
Volenti o nolenti oggi 
siamo sfidati a lasciar andare il vecchio mondo.

S
iamo pronti per il cambiamento?
In realtà l'unica risposta possibile è che dobbiamo essere pronti

Se accettiamo la sfida dell'esistenza, sapendo di essere parte di un mistero che non possiamo "controllare", ma che possiamo vivere, allora permettiamo a noi stessi di essere istruiti velocemente per attraversare questo spazio-tempo accelerato.

Coloro che per migliaia di anni hanno tenuto il pianeta avvolto nelle tenebre, tremano, perché sanno che il cambiamento è alle porte. La loro unica speranza di boicottare il processo è tenerci nella paura, nello sconforto, nella negatività. Ogni mezzo diviene lecito.

Come possiamo fare?
In realtà le "istruzioni per l'uso" sono da sempre disponibili dentro di noi. Molti già lo intuiscono: sanno che dovrebbero fare delle cose (piccole e/o grandi), ma non ascoltano se stessi. 
Sanno ciò che è bene o è male, ma rimandano al futuro il momento per prendere una posizione. 
Sanno che c'è di più oltre quella porta, ma non cercano la chiave per aprirla perché l'ignoto fa più paura della certezza di una vita automatica.

Proviamo ad ascoltarci. 
Senza la fretta della superficie, del consumismo. 
Senza l'indolenza e la staticità della pigrizia. 
Proviamo ad ascoltare le istanze che abbiamo dentro. 
In ogni situazione, da soli o con gli altri, nella nostra quotidianità o nel confronto con situazioni più grandi, chiediamoci: "Questo è ciò che reputo giusto?" "Cosa voglio veramente?" "Se fossi una persona saggia, cosa sceglierei di fare?"
E in risposta, agiamo.


Non è vero che nulla cambia, e soprattutto non lo è in questo periodo dove tutto è davvero possibile. Le Leggi del Tempo, infatti, indicano in quest'epoca il momento opportuno per il sorgere di un nuovo giorno: sono le ultime ore della notte.

Ma l'alba non ci pioverà dal cielo per venirci a salvare.
L'alba siamo noi, e solo noi possiamo farla accadere.


fonte

martedì 28 agosto 2012

PERCHE'CI STANNO SPRUZZANDO


E' disponibile (per adesso solo in lingua originale) il documentario Why in the world are they spraying?, un secondo film sulle scie chimiche dopo What in the world are they spraying?

Purtroppo la parlata americana e l'alto volume della colonna sonora rende difficile seguire questo documento nella lingua originale, e mi riservo di valutarlo e commentarlo a tempo debito (eventualmente traducendo le parti più interessanti).

Il documentario si prefigge di indagare solo su un aspetto dell'uso delle scie chimiche, ovvero quello del controllo del clima e del tempo meteorologico, trascurando purtroppo tutti gli altri (controllo mentaledepopolazione, trasformazione dell'umanità in ibridi bio-tecnologicimodificazione genetica).

Dalla presentazione del filmato per adesso traduco queste parole:
Mentre i geoingegnieri affermano che i loro studi servono a mitigare il global warming, è chiaro invece che quegli studipossono essere utilizzati per consolidare un enorme quantità di potere sia monetario che politico nelle mani di pochi individui. Ciò avviene a causa del potere sui sistemi naturali della Terra che il controllo meteorologico fornisce a certe multinazionali.
Ciò ovviamente, viene fatto alle spese di ogni creatura vivente su questo pianeta.
Parole condivisibili solo in parte, che non vanno al nocciolo del problema, parole che servono anche a mascherare una realtà difficile da ammettere: chi sta realizzando questo programma non lo fa per i soldi, e lo fa per il potere solo in un certo senso. Essi sono già troppo ricchi per spendere tutti i propri soldi, troppo potenti per 

fontedesiderare più potere, essi vogliono schiacciarci, detenere il controllo di ogni cosa di cui abbiamo bisogno per vivere, vogliono renderci schiavi, essi vogliono generare nuove guerre per ucciderci, essi lavorano contro il genere umano, essi sono un cancro che sta parassitando la specie umana e la natura tutta.

L'uso di aerei che spruzzano venefiche scie a bassa quota sui raggruppamenti di popolazione in prossimità di scuole ed ospedali (vedi la testimonianza ed il video) è eloquente, e se non si riflette su questo punto essenziale non si comprende "perchè stanno spruzzando".

Su una cosa concordo con gli autori del documentario, se spruzzano questi veleni è perché la popolazione umana glielo permette. Sono infatti ormai milioni nel mondo le persone che ammettono l'esistenza delle scie chimiche ma che non fanno nulla di concreto per contrastarle: non ne parlano con le persone che conoscono, non fanno pressione su enti ed autorità locali, non modificano nemmeno le loro credenze e continuano a votare e ad avere fiducia negli stessi partiti, negli stessi sindacati, nelle stesse istituzioni che con la loro azione, inazione, od omertà permettono questo scempio.

A che serve "sapere dell'esistenza delle scie chimiche" se non si avvia un profondo lavoro di ricerca sulle modalità e le finalità di questo abominio, se non si avvia un lavoro di presa di coscienza personale della demoniaca e tentacolare cospirazione in atto ai danni dell'umanità tutta, se non si prende coscienza che il mondo è molto differente da come credevamo che fosse? fonte link

lunedì 27 agosto 2012

QUESTA EUROPA E' UNA BESTEMMIA DEL DIRITTO


Non esiste perdono per chi viola il tempio della fiducia degli innocenti. Un uomo chiamato Gesù ce lo ha insegnato per l’eternità. I ladri e i truffatori violarono il suo ‘tempio’, ed egli li cacciò con spietata violenza. Nessun perdono dal Dio dell’amore.
Io ero un bambino alle scuole Carducci di Bologna quando le figurine del sussidiario mi parlavano del futuro di pace e di prosperità della CECA, la Comunità dell’Acciaio e del Carbone, incubatrice dei Trattati CEE, la Comunità Economica Europea. Era il 1966, io guardavo i ritratti di questi uomini della politica importante che mi apparivano dei papà supremi e giusti, genitori sapienti dei un avvenire sapiente. Quel bimbetto non immaginava, e non lo sapevate neppure voi, che già in calce a quei Trattati stavano i nomi di due biechi lobbysti degli interessi Neomercantili franco-tedeschi, Jean Monnet e Robert Schuman. Un diplomatico e banchiere ultra cattolico il primo, e un fanatico cattolico amico di Salazar e di Mussolini il secondo, entrambi odiavano la democrazia e predicavano il diritto assoluto delle elite di governare le “masse ignoranti”, passando per la distruzione delle sovranità degli Stati. Già allora l’inganno era totale, scientemente costruito, foraggiato dalle ideologie pre e post nazi-fasciste con le mefitiche iniezioni dell’integralismo vaticano e di Julius Evola, dei deliri sociopatici della scuola austriaca di Friedrich Hayek, del pensiero sadico dei mostruosi Leon Walras e Jaques Rueff. Un verminaio al curaro che è rimasto celato a tutti noi per altri cinquant’anni, fino all’apparizione di quella bandiera blu a stelle gialle in cerchio, così moderna, ohh!, così futuro, così giusta! Vero?
Divenivamo Euro-Europa, voleva dire più autorevoli, più efficienti, più sicuri, più cristalli e architetture spaziali nei nostri centri dell’economia, anche noi, l’Italietta, finalmente! Non più Fantozzi, ora anche noi City, ora the Web, ora le leggi politically correct, e saremmo stati più emancipati, più avanzati, più democratici, più belli da vedere persino.
Era una truffa, una rivoltante truffa che oggi espiamo nell'incubo senza fine dell'Eurozona degli spread, con la devastazione del presente e del futuro del 90% dei nostri figli, generazione kosovara fra meno di un decennio, per il beneficio di Francia e soprattutto della Germania. La espiamo, noi, gli innocenti, gli ingannati, violati nel tempio della fiducia che abbiamo dato ai padri di questo scempio fin dai tempi del mio sussidiario, e di quella data oggi ai Prodi ai Ciampi ai Monti, tutti consapevoli di poterci prendere per volgo ignorante cui tutto si poteva fare. E avevano ragione, perché oggi non reagiamo. Siamo i Maiali-PIIGS d’Europa, quando pochi attimi fa eravamo fra i primi del mondo; da due anni in Italia si bruciano aziende come mosche in un forno; falliscono anche le speranze, cresce così l’ansia, la cattiveria e l’egoismo che attanagliano i popoli quando si sentono minacciati nei gangli vitali, e noi lo siamo. Non solo ci hanno schiavizzati, ma ci costringono a divenire schiavi meschini e senza dignità.
Chi ha seguito il mio lavoro sa bene come sia articolata quella ignobile truffa, fra Trattato di Lisbona, Fiscal Compact, MES, e Sistema Euro. Cioè le decine di migliaia di pagine che, ci fu detto, avrebbero narrato la nostra prosperità democratica, mentre furono rese illeggibili proprio perché nessun cittadino potesse scorgervi l’abominio elitario di ciò che sancivano in realtà: riduzione drastica delle prerogative dei parlamenti sovrani; nessun capitolo sociale degno di questo nome; delega in bianco delle supreme decisioni in quasi ogni aspetto del vivere civile a organi non eletti di tecnocrati venduti alle lobby finanziarie e industriali; asservimento delle Costituzioni stesse a una legge europea “superiore” ma da nessuno di noi votata; rinuncia della prerogativa vitale di qualsiasi Stato, cioè quella monetaria; e poi spoliazione spudorata dei beni pubblici a favore di minuscole elite di speculatori e ‘rentiers’ Neomercantili. Infine i PIIGS, i Maiali d’Europa, “schiavi meschini e senza dignità”, un bailamme angosciante di imprenditori che si danno fuoco, di lavori a chiamata/singhiozzo/progetto dove il 78% è costretto ad accettarli sapendo che così non avranno mai una casa o una famiglia, di pensioni che al 50% non superano più la soglia di povertà della Caritas, di tasse da incubo, e di redditi al 23simo posto nell’OCSE, dietro Spagna e Irlanda. Noi, l’Italia di Enrico Mattei e di Sandro Pertini.
Questa Europa è una bestemmia del diritto, un aborto della Storia, ci ha traditi e violati. Con questa Europa, coi volti lugubri di criminali sociopatici come Jean Claude Juncker, Mario Draghi, Otmar Issing, Herman Rompuy, Angela Merkel, Francois Hollande, Mario Monti ed Elsa Fornero, Jens Weidmann, Jaques Attali, José Barroso, noi non solo non potremmo mai venire a patti, ma non dobbiamo. Hanno stuprato il nostro ‘tempio’, e non c’è perdono. Da questa Europa si esce e basta. Si straccia l’Euro, e si stracciano tutte le pagine dei Trattati frode di cui sopra. Si torna Italia, sovrani, degni, con una propria moneta Fiat e un'autorevole politica economica al servizio del 99%, cioè la Modern Money Theory. E si riscrive la storia di un continente che ha al suo centro un male incurabile che si chiama Sistema Potere di Francia e Germania. In questo tenderemo la mano ai tedeschi e ai francesi degni, e sono sempre più, che gridano in patria le medesime parole che avete appena letto qui, anzi, molto più sdegnate delle mie.
Ecco perché vi chiamiamo a Rimini e a Cagliari il 20-21 e 27-28 Ottobre prossimi, con i grandi economisti Modern Money Theory, James Galbraith, Stephanie Kelton, Warren Mosler, Marshall Auerback e Alain Parguez. Ecco il perché del TORNEREMO ITALIA. Per avere un Manifesto Economico e Sociale ferrato e inattaccabile con cui chiudere la porta in faccia al tradimento infame, e con cui reclamare la vera democrazia, noi, le persone che di essa siamo il cuore.

SE SOLO NON UDISSI IL RICHIAMO DELL'INFERNO, DI TANTO IN TANTO


Ha voglia Osho a ripeterci di “essere nel mondo, ma non del mondo...” Si vede che non è mai stato nella metropolitana di Milano (e nemmeno in quella di New York o di Londra) nelle ore di punta! A parte gli scherzi, sono atterrato in Italia dopo due anni di assenza, e mi sono accorto, ahimè, che qui non scherza nessuno: sono tutti così maledettamente seri! E poi corrono. A destra, a sinistra, gli uni sugli altri... Assomigliano ad un formicaio impazzito. Non smettono un momento di correre, né di essere seri. Dubito perfino che respirino. Ma andiamo per ordine: arrivo all’aeroporto di Roma ed è il rientro dalle cosiddette “vacanze”. Il terreno pullula di turisti spenti, bruciacchiati dal sole e dalla fretta di acchiappare i loro bagagli, che formano montagne inarrestabili, con strascico di ingombranti souvenir, più bambini strepitanti, che sembrano (o vengono trattati) come cose ancora più ingombranti. Ci sono i servizi di sicurezza col mitra, gruppi di suorine col crocefisso, tribù di extracomunitari col materasso, o con il frigorifero, sotto il braccio. Se vi ricordate il bar cosmico di “Guerre Stellari”, avrete capito di cosa sto parlando. Mio dio, mi sento straniero in terra straniera! Chi sono? Dove vanno? Che cosa vogliono? Cerco un barlume che me li faccia riconoscere – un sorriso, uno sguardo complice, un gesto consapevole. Macché! Sembrano robot un po’ sfilacciati, come se avessero perso qualche fuso...
Poi, volti amici ad aspettarmi, dopo una lunga dogana fatta di cani, documenti, materassi extracomunitari bisognosi di accertamenti, valigette diplomatiche, perfino – sembra incredibile – valigie di cartone legate con lo spago. Un respiro di aria pura, dei sorrisi, abbracci senza tempo, sguardi e non parole. Ci si annusa, perfino. Mi sento come se una pattuglia di “angeli” mi avesse salvato dall’inferno della necropoli. Mi lascio cullare dagli abbracci sin dentro il pulmino, dove mi aspettano lunghi silenzi colmi d’amore. Pian piano, anche la parola riprende il suo significato (nel frattempo in tutta Europa, la parola si è svalutata del tremila per cento: il che vuol dire che dove una volta bastavano dieci parole, adesso ce ne vogliono trecento, per comprare la stessa merce – ideologica). Se avete letto Re Nudo, capirete cosa voglio dire.
Oltre all’invasione della merce, spietata, ossessiva, delirante; è in corso un’invasione della parola, ma non della solita parola: patria, civiltà, libertà, progresso, informatica e altri feticci... No, la parola che si va diffondendo, straripando tra salotti buoni e salotti televisivi e inserti magazine, è la parola spirituale. Eh sì, dopo la moda della macrobiotica, la moda dell’ecologia e del politicamente corretto, la moda del fitness e dei massaggi, insorge la moda della spiritualità. Fioccano dibattiti, dotti interventi, special televisivi, addirittura interi magazine dedicati alla nuova spiritualità. Tutti sembrano avere qualcosa da dire, e lo dicono, usando toni sempre più apocalittici, del tipo “la mia meditazione lava l’anima che più bianca non si può” (ma anche “il mio guru è meglio del tuo”). Ognuno vanta l’unico metodo, l’unico insegnamento, l’unico cammino, l’unico verbo, l’unica possibilità di salvezza per l’anima tua. A Torino, per esempio, dove c’è una fiera del libro talmente enorme che potrebbe contenere mezzo milione di alberi (e li contiene infatti, ma tramutati in stupidi libri...) alla fiera di Torino, dicevo, ci sono stand interi – ma tanti – tutti dediti alla spiritualità, con migliaia e migliaia di titoli, che ci vorrebbero dieci vite di seguito, e con gli occhiali, per leggerli tutti. E secondo voi c’è qualcuno in giro che avrebbe voglia di reincarnarsi solo per leggere tutte quelle stronzate? Io non credo, non credo proprio! Certo che se il vero Tao non può essere detto, e ciò che è detto non è il vero Tao... questi editori d’assalto (al cielo) ce l’hanno messa proprio tutta a non dirlo, «sto Tao!» Ora, sono pur certo che il vero Tao non può essere né sedotto, né ingannato dalle menzogne, e né scalfito nella sua immutabile verità, però può essere sommerso da un diluvio di parole, da una valanga di libri pappamolla, sbrudulanti, con escrescenze linguistiche sempre più confusionarie... E come potrà mai raccapezzarsi, il vero assetato? Ammesso che ce ne sia uno.
Questa è la prima domanda. A cui non ho risposta alcuna. Spero che qualcuno mi aiuti, perché oltretutto mi sta sfuggendo il senso, e magari dovrò stare da queste parti, per molti mesi! Seconda domanda: “Ma davvero vi sembra tutto così normale? Mi sento come quel povero contadino che ritorna al paesello natio dopo molti anni. Lui lo scempio edilizio lo nota subito, perché gli arriva addosso in tutta la sua maestosità e il suo orrore in un solo momento, invece quelli che ci vivono, nel paesello fetente, non se ne accorgono, perché per loro lo scempio è stato uno stillicidio consumato giorno per giorno. Ed è così che si finisce per trovare tutto “normale”. Perfino il telefonino. Ma come fanno ad avercelo tutti? E ad averlo sempre attaccato all’orecchio? Lo so che si parla di alcuni milioni di telefonini “finti”, tanto per appropriassi dell’ultimo “status symbol”, ma io questa gente l’ho sentita parlare. Non con la moglie e i figli in una serata senza televisione, no. Li ho sentiti parlare al volante, sul tram, mentre attraversano la strada, nel negozio in cui fan compere. Ho visto persino un giovane con aria afflitta che camminava per la città col telefonino all’orecchio – entrambi muti – ed aspettava, con mestizia, che qualcuno lo chiamasse. Sarà mica il nuovo orsacchiotto, più che uno status symbol?
“Non si può più vivere, senza telefonino!” mi confessa drammaticamente una vecchia amica... Mi sta venendo da piangere, poi mi sovviene di un’altra, che mi informa frettolosa, “Scusa, ma non posso prendere il tuo numero di telefono, perché sono dentro la vasca da bagno!” Le chiedo se si porta dietro il telefonino anche quando va a fare la cacchina. Sembra cogliere un sospetto d’ironia, così mi risponde: “È un gran lusso, potersi portare il telefono ovunque!” “Credevo che il lusso fosse potersi fare un bagno caldo in santa pace, senza nessuno che ti rompa le scatole!” Si vede che abbiamo idee diverse sul lusso, e forse su molte altre cose...
Una bestemmia ripetuta fino all’autoconvincimento – una forma macabra di autoipnosi, “Non si può più vivere senza telefonino.” E ci credono tutti, allo stesso modo in cui si sono conviti che non si può vivere senza macchina, non si può vivere senza televisione, senza lavapiatti, senza CD, e ormai non si può più vivere senza DAT, e neppure senza computer. E se non ci credete, avreste dovuto vedere gli sguardi di commiserazione dei miei amici, nel vedermi scrivere queste due note con una vecchia Olivetti. “Dovresti ormai convertirti al computer” – mi ammoniscono seriamente – mentre io mi chiedo se c’è qualcosa di “religioso” nella loro visione del mondo. E tutto questo vi sembra normale? E questa è solo la seconda domanda. A cui non ho risposta alcuna.
Ve lo ricordate Mino Damato? È uno che dice di voler fare programmi culturali, di vera ricerca, in TV. Io accendo la televisione tutte le sere, perché voglio imparare il linguaggio delle tribù che mi ospitano in questi giorni, così mi imbatto in questo tipo, che con aria umil–saccente (cocktail che riesce solo a lui) dirige una trasmissione che ha per tema il dolore. Introduce il dotto argomento con questa dotta citazione, proveniente nientepopodimeno che da Stefano Rodotà; il simil–carneade di passato radicale, “Il dolore non tempra, non fortifica, non fa crescere, il dolore degrada!” Fine della trasmissione. Almeno per me. E se pensate che questa è la nostra intellighenzia, immaginiamoci il resto...
Eppure ti amo. E mi commuove questo tuo correre continuo, questo tuo incessante cercare e cercare, e non sai nemmeno cosa cerchi. Ed io che non ti posso aiutare... E si riaccende, dolente; il senso della mia impotenza. Molti anni fa, tornavo in Italia, venendo da Puna come adesso, e scrivevo a Osho, “Come posso aiutare la tua gente laggiù? Non saprei portar loro il silenzio della tua presenza. Pensi che un sorriso basterà?” Osho mi avvertì che ci sono solo due tipi di persone al mondo, quelli che gli sono a favore, e quelli che gli sono contro. E in ogni caso, sono entrambi la sua gente. Pertanto la cosa migliore da fare era non aiutare nessuno, altrimenti avrei potuto combinare qualche casino! Chiudo gli occhi e sento la sua voce dentro di me. “Quando tu sorridi, tutto il mondo sorride. Quando sei infelice, tutto il mondo è infelice.” Realizzo a un tratto che questo doloroso senso di impotenza non è altro che il risvolto negativo, o l’altra facciata, del mio desiderio di “potenza”: vorrei ancora cambiare il mondo, e soprattutto la comunicazione tra la gente. C’è un momento di quiete assoluta. Poi si apre un sorriso, ed esco con una risata da quell’inferno che sono “gli altri”. Sono in mezzo a una strada qualunque, e ti amo. Chiunque tu sia.
Ancora dentro di me le sue parole, “Se solo impari a vedere, ti accorgerai che tutta l’esistenza ti sorride così, esattamente così, ventiquattro ore al giorno...” Io ti seguirò. Cercherò di portare questo sorriso dentro di me, a ogni istante. In mezzo al traffico di auto, di telefonini e di parole... Se solo non udissi il richiamo dell’inferno, di tanto in tanto.

SW. Sarjano Osho time 1998/1 Altra Realta