sabato 19 gennaio 2013

La chelazione farmacologica e quella naturale


La dottoressa Natasha Campbell-McBride nel suo libro sulla sindrome GAPS parla anche dei chelanti farmacologici (farmaci che legano a sé i metalli pesanti e li espellono dall’organismo), in particolare del DMSA (DiMercaptoSuccinic Acid) e dell’Acido Alfa Lipoico, farmaci utilizzati dalle forze armate per trattare militari esposti a tali sostanze tossiche.

Sebbene ci siano persone che asseriscono di avere avuto giovamento dalla terapia con farmaci chelanti, la dottoressa Campbell è molto scettica. In effetti chi decide di assumerli deve essere sottoposto a costante monitoraggio medico e regolari analisi del sangue dal momento che tali farmaci hanno effetti collaterali di un certo rilievo, come danni al midollo osseo: diminuzione del numero di globuli bianchi neutrofili, diminuzione delle piastrine che servono alla coagulazione del sangue, distruzione dei globuli rossi. Tutto ciò causa una riduzione della funzionalità del sistema immunitario che può portare a sua volta ad infezione di batteri e funghi patogeni nell'intestino; un parziale rimedio è l’assunzione d’integratori di fermenti lattici sia prima e durante il trattamento.

Oltre ad eliminare i metalli pesanti questi farmaci eliminano anche metalli ed altri minerali utili al corpo umano, come lo zinco. I farmaci chelanti non vanno usati in pazienti con malattie renali, e durante la chelazione farmacologica andrebbero monitorate sia la funzionalità renale che quella epatica (del fegato).

Insomma, soprattutto se si utilizzano su soggetti particolarmente vulnerabili come i bambini autistici o altri soggetti con forte disbiosi intestinale, il gioco potrebbe non valere la candela.

Qual è allora il rimedio suggerito dalla dottoressa Campbell? Un rimedio semplicissimo che coincide sostanzialmente con quanto avevo già segnalato in un precedente articolo sulla disintossicazione da metalli pesanti: succhi di frutta e verdura.

Personalmente ho acquistato di recente una centrifuga ed estraggo il succo di ogni sorta di frutta e verdura fresca, sperimentando anche associazioni decisamente gustose come arancia carota e mela, ananas banana e arancia, arancia zucca e mela, limone arancia e pera (io in realtà mangio anche gli “scarti della centrifugazione”, composti da una buona dose di fibre).

Bacche di sambuco nero
La dottoressa Campbell-McBride fornisce una serie di indicazioni e suggerimenti tra i quali: ingerire i succhi a due ore e mezzo di distanza dai pasti, bere succhi (rigorosamente fatti in casa) almeno due volte al giorno, aggiungere alla frutta ed alla verdura da cui estrarre il succo anche un cucchiaio di bacche di sambucopotente antivirale efficace anche contro molte infezioni batteriche, anti-infiammatorio, stimolante del sistema immunitario. Sul blog http://takecareblog leggiamo che "Le bacche cotte posseggono anche proprietà depurative per reni, sangue e stomaco; stimolano il ricambio metabolico ed aiutano nel caso di disturbi reumatici e di sciatica".

Inoltre la dottoressa Campbell consiglia:

- il succo di carote mele sedano e barbabietola rossa per depurare il fegato.

- il succo di verza, sedano e mela per stimolare il sistema digestivo e depurare i reni

- il succo di verdura fresca (spinaci, lattuga, cime di barbabietola, bieta, cime di carota e ortica) con un pomodoro e succo di limone per chelare i metalli pesanti e integrare magnesio e ferro

- il succo di ananas carota e poca barbabietola rossa da bere al mattino per stimolare la produzione di enzimi pancreatici e di succhi gastrici (e migliorare quindi la digestione).