sabato 3 agosto 2013

OLTRE IL DIABETE

Testimonianze


Questa pagina raccoglie le testimonianze di alcuni soci dell'Associazione! 

Migliorando il proprio stile di vita, in primis l'alimentazione, e riequilibrando gli aspetti psicologico-emozionali, queste persone hanno raggiunto un livello di salute ottimale. 

Emanuele, età 34 anni, diabetico da 9 anni

La mia storia è molto particolare. 
Avendo la fibrosi cistica (o mucoviscidosi), il diabete mi è insorto nel 2003 a seguito di una cura prolungata a base di cortisone.

Ho sempre cercato di tenere bassa la glicemia praticando molto sport e oggi faccio mountain-bike estremo (circa 60 km al giorno) seguito da un preparatore atletico. 

All’epoca usavo circa 60 unità di insulina al giorno, tra ultrarapida e basale, ed ero arrivato al punto di non poterla più fare nell’addome perché avevo la pancia distrutta e nera a forza di iniezioni.

Un giorno mi sono imbattuto nel documentario «Crudo & Semplice», e ho voluto provare anch'io.

Quindi sono partito con alimenti crudi: frutta, verdura cruda, frutta con guscio (noci, mandorle, anacardi, ecc.), semi oleaginosi (sesamo, lino, zucca, girasole, ecc.) e avocadi. 

Dopo quattro giorni di una simile alimentazione crudista, progressivamente avevo già tolto completamente l’insulina, con risultati glicemici istantanei. 
In questi pochi giorni sono passato da 60 unità riducendole di pasto in pasto , mantenendo solo la basale per due giorni, per poi eliminarla del tutto al quarto giorno. Proprio come nel video. 
I parametri glicemici, misurati sei volte al giorno, prima e dopo i pasti, confermavano il riequilibrio del mio pancreas. 
Incredibilmente mangiavo e la glicemia stava sotto i 140. Non potevo crederci! 
Mangiavo verdure di tutti i tipi con semi vari (sesamo, girasole, lino, ecc.), mandorle, noci, ecc., centrifugati di frutta e verdura. 

Fichi e datteri, nonostante l'alto valore zuccherino, li usavo per avere l’energia sprint per affrontare gli allenamenti massacranti. Da allora non ho più usato nessun integratore a supporto dell’attività sportiva come è ormai consuetudine generale. Mi bastano fichi, datteri per avere tutto lo sprint necessario a sostenere gli allenamenti e le gare!

Ho perso circa 7,2 kg di massa muscolare. Arrivato a questo peso, ho passato alcuni mesi stabile ed ora ho ricominciato a prendere alcuni chili, sia di massa grassa che di massa muscolare.

Oggi mi alleno con un fisico nuovo totalmente da scoprire: dopo 3 settimane avevo già superato le prestazioni atletiche che avevo a ottobre con l’alimentazione normale. Non conosco più la stanchezza post allenamento e soprattutto il fastidio dell’acido lattico a livello muscolare. 

Il mio nuovo stile di vita ha avuto notevoli benefici anche nella fibrosi cistica, problema ufficialmente incurabile. 
Ho sempre avuto le transaminasi del fegato mosse, ora due valori su tre sono rientrati, arrivando a dimezzare le medicine. Non uso più gli integratori vitaminici, ho ridotto i farmaci per il fegato, i broncodilatatori cortisonici e le infezioni polmonari si sono ridotte moltissimo. Ho anche iniziato a ridurre gradualmente gli enzimi necessari per la corretta assimilazione dei cibi e senza dei quali, in generale con la fibrosi cistica è quasi come non mangiare, creando anche diversi problemi intestinali. Tutto ciò sta avvenendo in un quadro in cui si è sempre pensato che non sia assolutamente possibile, anzi, che invece di ridurre la loro assunzione si possa solamente aumentare per far fronte alla degenerazione della malattia. 

Il 21 febbraio 2012 ho avuto la visita al centro fibrosi cistica di Verona, e il medico è stato molto curioso di capire bene il percorso che avevo intrapreso. Ero molto agitato prima della visita perché non sapevo come i medici avrebbero preso questo mio percorso. Alla fine sono stato contentissimo nel constatare che a livello medico ufficiale non c'è chiusura ma curiosità. Ho lasciato al medico il diario in cui ho riportato tutti i dati giorno per giorno: valori glicemici, alimenti introdotti e quantità, peso corporeo, attività sportiva. 

Sono assolutamente certo, che al prossimo congresso internazionale sul diabete, che avverrà il 21 ottobre 2012, avrò altre cose importanti da comunicare sulla mia salute e in particolar modo, in questo meraviglioso viaggio verso la totale guarigione fisica e spirituale.


Ermanno, età 62 anni, diabetico da 16 anni

Il primo accenno del diabete l'ho avuto nel 1994 con un infarto.

Il mio stile di vita, era per così dire «normale»: poco tempo per me stesso, alimentazione pessima, basata su pranzi per lavoro al ristorante.

Successivamente ho subìto altri problemi al cuore che hanno necessitato un'operazione, che mi ha causato un altro infarto!
Dopo il secondo infarto ho capito che dovevo fare qualcosa, doveva cambiare. Ho mollato l’attività e ho cambiato radicalmente il mio stile di vita, dedicandomi del tempo, cosa che prima non ho mai fatto.

Circa un anno fa, su Radio Gamma 5 del Veneto, ho sentito di una serata sul diabete. Era la prima volta che sentivo che si può guarire dal diabete. Nessun dottore ovviamente mi aveva mai ventilato una simile strada.
All’epoca facevo circa 28 unità al giorno di insulina.

Dopo aver ascoltato attentamente e aver visionato il film "Crudo e semplice", di mia spontanea iniziativa, ho deciso di dare una taglio drastico, modificando l’alimentazione. Ho subito eliminato latte, carne e tutte le proteine animali, iniziando a mangiare solo frutta e verdure. Il tutto condito da moltissime camminate all'aria aperta.

Pian piano e in circa un mese ho eliminato completamente l’insulina, sempre continuando a mangiare in maniera ottimale.
A marzo 2012 la visita al centro diabetico mi ha dato perfettamente ragione: era tutto a posto. La visita ha confermato la mia totale guarigione e il mio stato salutare ottimale.

I medici mi hanno guardato un po’ stranamente, ma con gli esami del sangue perfetti non hanno potuto dire nulla...
Oggi la mia salute è ottimale. Mi sento sempre forte, ho maggiore energia rispetto il passato, e non tornerei indietro per nulla al mondo.
 
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Giorgio 72 anni, diabetico dal 1984

Ho scoperto di avere il diabete dopo un banale esame del sangue.

All’epoca pesavo 112 kg (oggi 75) e quasi subito sono iniziate le problematiche legate al diabete. I denti mi cadevano come birilli, poi una retinopatia mi ha reso ipovedente, per non parlare di problemi circolatori alle gambe.
Visto che nessuno mi sapeva spiegare nel dettaglio, l'origine dei miei problemi e soprattutto come curarmi, ho iniziato a studiare seriamente il diabete.

Pian piano venni a conoscenza che ci sono cibi glicemici e cibi meno glicemici, e da questo punto ho iniziato a stare attento alle dosi degli alimenti ingeriti.

La mia per così dire scoperta, è stata quella di mandare via gli zuccheri che introiettavo con l’alimentazione attraverso un movimento corporeo serio.

Ho stabilito che circa 40/50 minuti di camminata a ritmo sostenuto, mi abbassano 50 punti glicemici.
In questa maniera ho tolto l’insulina e nonostante l'età sto sempre meglio.
Ogni giorno faccio 90/100 minuti di cyclette, delle belle camminate al sole con gli amici e quando mangio un po’ più del solito, aumento l’attività muscolare.

Devo premettere che faccio un unico pasto al giorno!
 
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Angelo, età 50 anni, diabetico da 12 anni

Facevo 80 unità al giorno di insulina, avevo un diabete di Tipo II ma con tutti i sintomi del Tipo I.
Sono vegetariano da oltre 27 anni, però mangiavo malissimo: abbondavo di formaggi, cereali raffinati e dolci (questo ho scoperto essere un errore molto diffuso tra i vegetariani).

Da un giorno all'altro mi sono trovato a convivere con il diabete!
Per puro "caso", a seguito di un viaggio in Arizona, dopo aver visto il video "Crudo & semplice" (vedi pagina "link e libri utili"), ho visto che forse esisteva una strada per curare il mio diabete. Così ho iniziato con un periodo di solo crudismo, e cioè verdure crude, frutta fresca, frutta con guscio (noci, mandorle, ecc.), semi oleaginosi (sesamo, zucca, lino, ecc.) e tanti avocadi.

Mi sono detto: facciamo una prova di un mese e poi vediamo.
Fin dal primo giorno, come viene spiegato nel documentario, ho dimezzato l'insulina.
La glicemia soprattutto i primi due giorni ha iniziato ad alzarsi e andava da 250-300 fino a 350.
Al terzo giorno, la glicemia mi si è abbassata così tanto, arrivando fino a 60, che per paura di andare in ipoglicemia, ho tolto completamente l’insulina.

A questo punto la glicemia ha iniziato ad alzarsi sempre di più toccando i 300-350, ma ho continuato imperterrito e assolutamente fiducioso, anche perché avevo sempre a portata di mano l'insulina.

Dopo una sola settimana, la glicemia è scesa e si è stabilizzata intorno ai 120-130.
A questo punto è iniziato il vero miracolo.
Il giorno che mi sono svegliato senza insulina e ho trovato la glicemia a 130, mi è venuto da piangere.
Non ci potevo credere: dopo 12 anni di iniezioni ogni giorno, senza il farmaco avevo i livelli di zucchero normalissimi.
Adesso sono passati quasi tre anni e non uso più insulina: sto benissimo, non mi ammalo più, e a detta delle persone che mi conoscono, sono ringiovanito di molti anni.

Questo stile di vita mi ha fatto perdere oltre 20 kg, per cui ho riacquistato molta più energia di prima, maggiore tranquillità e concentrazione.

In definitiva per tre mesi ha mangiato solo alimenti crudi e poi lentamente ho iniziato a inserire alimenti cotti come patate, spinaci e verdura in generale. Poi i legumi come i fagioli e dopo qualche mese i cereali integrali come il riso.
Oggi sono completamente guarito e mi permetto anche una pizza.

La mia vita è tornata normalissima.
Consiglio a tutte le persone diabetiche che vogliono veramente guarire dalla malattia, di provare senza paura ad intraprendere questo percorso meraviglioso.

Nonostante quello che si può pensare e quello che sentiamo dire, non c'è alcun rischio. Si eseguono almeno 6 misurazioni quotidiane e si tiene sempre a portata di mano l'insulina. Il grosso pericoloso non è l'iperglicemia, cioè valori alti di zucchero nel sangue per un periodo di tempo determinato, ma sono i picchi in basso, cioè l'ipoglicemia.

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Mio papà e il suo diabete...

Una decina di anni fa, dopo un ricovero ospedaliero, a mio papà viene diagnosticato, tra le altre cose, anche il diabete.
Passano gli anni e si presenta pure il “piede del diabetico” che ci ha portati a fare spola da casa ad Abano Terme (PD) per circa cinque anni, per le varie medicazioni.

Fortunatamente inizio ad ascoltare una radio molto particolare del Veneto, Radio Gamma 5 di Padova, e in particolar modo un conduttore che si chiama Marcello.
Un giorno in trasmissione aveva Angelo Palomba, una persona guarita dal diabete dopo 12 anni di insulina. Non potevo credere alle mie orecchie: forse il diabete si poteva guarire!

Faccio subito presente ai miei genitori, perché sono tutti e due diabetici, ma non mi ascoltano e non mi danno retta, preferendo il parere dei medici.
A giugno a mia mamma viene purtroppo un ictus, e il giorno seguente, dopo quello che era successo, riesco a convincere mio papà a provare la strada di una alimentazione sana.

Ha iniziato riducendo solo di un terzo l'insulina (ne faceva 125 unità al giorno!), ma già nei primi due giorni, è andato in ipoglicemia, quindi, per non rischiare, l’ha tolta tutta.
Dal terzo giorno in poi mi papà non ha MAI più fatto una goccia di insulina, e la glicemia continuava a scendere lentamente, giorno dopo giorno, assieme alla perdita di peso e alla riduzione della circonferenza vita.

Dopo un mese e mezzo circa si sentiva la forza di un leone, nonostante avesse perduto circa 20 kg di peso. Stava così bene che si è messo pure a lavorare nell'orto, come non faceva da tempo e probabilmente a causa delle alte temperature e delle scarpe apposite per “piede del diabetico”, ha fatto una vescica che si è trasformata in una nuova ulcera.
Siamo ritornati ad Abano Terme e il medico gli ha prospettato l’amputazione del 1° e 2 ° raggio.

Ma a questo punto, grazie ad una conferenza organizzata dall’associazione “Diabete insieme” di Portogruaro, ho la fortuna di parlare con Giorgio Chiodi, un altra persona guarita dal diabete, il quale mi dice che lui ha risolto il problema del “piede del diabetico” con l'ozono.
A questo punto abbiamo trovato un medico che ha seguito mio papà ed è riuscito ad evitare l'amputazione facendo guarire completamente l'ulcera.

In tutto questo tempo, mio papà ha mangiato solo frutta e verdura cruda con aggiunta di semi oleaginosi e avocadi, un'ora di cyclette al mattino e una alla sera.
Oggi mio papà pesa 23 chili in meno, ha ridotto di circa 20 cm la circonferenza vita e sembra ringiovanito di oltre dieci anni.
Non fa più insulina, non prende più nessuna pastiglia, sta benissimo. Si prova la glicemia una volta alla settimana, per evitare il fastidioso buco, e ovviamente è sempre stabile!

È talmente entusiasta di tutto questo percorso che ogni volta che trova un amico o un conoscente malato di diabete gli dice subito come si può guarire.
Mia mamma è ancora ricoverata in ospedale, e siccome gli porto io da mangiare (un pasto al giorno), gli do esattamente quello come mangia mio papà, e al momento riesco ad evitare che gli facciano l'insulina.

Spero di essere riuscito a spiegare un po' la storia di mio papà che vi ringrazia di Cuore per tutto quello che state facendo.

Mirco Dal  Borgo
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Un bimbo col diabete...
Avere un figlio con il diabete, è un’esperienza psicologicamente devastante…
Ti viene chiesto sin dai primi momenti di accettare che l’amore infinito della tua vita, si dovrà per SEMPRE bucare dita, pancia e gambe, culetto e, non solo; ti viene imposto di imparare alla velocità della luce, tutti gli aspetti riguardo somministrazioni, ipoglicemie e iperglicemie. A te, che sei entrato in un buco nero che ti risucchia in ogni momento di lucidità, ti impongono anche di diventare CONTROLLORE ed ESECUTORE di questo disturbo terribile il DIABETE.
Tuo figlio diviene SCHIAVO dell’insulina, delle misurazioni continue, del peso che deve salire e crescere equilibratamente e deve subire lo stress fisico delle ipoglicemia, e quello nervoso delle iper, e soprattutto in cima a tutti lo stress psicologico del doversi infliggere un LIEVE dolore ad ogni puntura che si fa. Il tutto DEVE essere rielaborato, sfrontato e accettato alla velocità della luce. Il tuo dolore dove finisce? Il prendere sonno con l’angoscia delle misurazioni notturne dove finisce?
Chiusi dentro un cassetto, a chiave.
Ma col cavolo mi sono detta con mio marito, COL CAVOLO che tutto questo mi và di accettarlo, che tutto questo mi DEVE andar bene, Dio mi ha affidato una creatura perché l’ami con tutta me stessa, perché la protegga e riesca a crescerla sana, forte e felice, non perché la veda soffrire, arrabbiarsi o incupirsi perché la pancia dopo fa male, perché le dita delle mani diventano nere a suon di buchi, o perché la sua vista degeneri, così come i suoi reni con l’andar avanti della malattia. NON si può stare a guardare e basta, assoggettarsi che questa situazione è ora e sempre sarà sempre così.
Abbiamo cominciato da subito a cercare risposte diverse, che non abbiamo trovato perché per avere risposte diverse, bisogna farsi domande diverse: prima cerchi una soluzione fornita da altri poi, pian piano capisci che devi farti artefice, di domande e risposte, devi cercare il perché e non accontentarti del come, guardare l’origine e non basarti sul sintomo, il sintomo accende un riflettore, pone in evidenza, sottolinea, qualcosa che, c’era ma che non vedevamo, che pian piano ha preso voce, forza, dimensione per mostrarsi così che finalmente lo vediamo, e, come tutte le cose che non si conoscono, fanno paura, quando le conosci, prendi confidenza, sintonia, trovi un equilibrio.
Ed ecco che è cominciato il viaggio, dove il diabete è la LUCE che illumina un CAMBIAMENTO, mette in risalto la necessità di mutare noi stessi, il nostro STILE di vita su TUTTI i fronti: alimentare, spirituale, mentale.
Il nostro percorso come genitori ci sta portando ad aprire, attraverso le informazioni che esperti in ogni settore ci forniscono, una grande quantità di porte che ci arricchiscono come coppia, come genitori e come adulti. Questo percorso ci aiuta a far LUCE nel buio, e a camminare a fianco del DIABETE con più equilibrio, senza averne il controllo, ma con CONOSCENZA e COSCIENZA.
Partire dall’alimentazione è fondamentale, il vegano è uno stile che richiede conoscenza, attuazione e apertura. Inizialmente non è facile far approdare un bimbo in questo nuovo percorso alimentare, soprattutto se capisce che non si tratta di un periodo, ma di un vero e proprio stile di nutrizione, ma con piccoli passi e qualche compromesso, si può fare.
Ci sono però dei punti cardine, che, come nel nostro caso si sono verificati, FONDAMENTALI per trovare un PRIMO, IMPORTANTE EQUILIBRIO. Questo punti sono stati per noi:
Eliminare i latticini e loro derivati
- Eliminare farinacei (cereali) bianchi (raffinati) e soprattutto di grano (tenero e duro)
- Eliminare gli zuccheri e i dolcificanti artificiali (aspartame p.e.)
- Eliminare i succhi di frutta industriali e sostituirli con succhi freschi fatti in casa
- Ridurre drasticamente il consumo delle proteine animali: carne, uova, pesce rapportandola a 1, max 2 volte alla settimana.
- Consumo 2 o max 3 volte alla settimana pasta di farro integrale alternandola a riso integrale basmati, riso venere o thai rosso.
Per gestire entrambi i nostri figli, visto che abbiamo una bambina più piccola senza il diabete, ci siamo trovati bene con i latte vegetali come mandorla, avena, soya, e anche yogurt e formaggi di Soya.
Abbiamo integrato con tofu (formaggio di soya) e seitan (glutine di alcuni cereali) i pasti senza eccedere nella frequenza perché i bimbi non sono facili da accontentare con il gusto.
ATTENZIONE: con questo nuovo stile di vita, abbiamo visto le ipoglicemie sempre più frequenti. Attuato le misurazioni SOLO post-prandiali (dopo i pasti principali), dopo circa ½ ora dal pasto, e questo ci ha permesso e ci permette tutt’ora un buon elevato equilibrio glicemico, con FREQUENTE diminuzione e riduzione del consumo totale giornaliero di insulina.
Tutto questo, cambia l’ottica, l’approcciarsi all’uso dell’insulina, e al diabete stesso! Cambia anche per il bimbo stesso, che si relaziona non come un essere ammalato a prescindere, ma come un bimbo che oggi ha il diabete e domani non si sa. Magari si è anche bucato una volta o più volte in meno, e questo lo fa diventare più forte, sicuro e fa prendere forma a pensieri positivi, NON negativi. Se metto in luce un pensiero positivo, quello negativo PERDE lucentezza e lo vedo meno, sarà più equilibrato e sereno con se stesso.
Infine c’è la sfera spirituale e psicologica che NOI genitori siamo chiamati a cambiare, indispensabilmente: questo è un percorso da affrontare, guardare, sentire e, soprattutto condividere… Solo tirando FUORI, possiamo poi mettere DENTRO, solo facendo pulizia possiamo brillare e, per questo il Signore ci ama profondamente perché ci dona persone competenti, pronte ad aiutarci a vedere, capire come possiamo lavorare con noi, tra noi, per cambiare. Questo è un percorso di grande delicatezza e viene richiesto un grande VOLERSI bene, che è poi la nostra risorsa di vita, che poco ci costa, ma tanto ci dà.
Noi vi invitiamo a fare chiarezza  sul “mostro” diabete, affinché non ne abbiate più paura, ma siate consapevoli che è solo un piccolo NEO in un grande corpo di immensa LUCE. Cominciate a camminare, perché come compagni di viaggio, potremo formare una grande cordata di sostegno…
Un grande abbraccio da due genitori come voi.
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Rosa, 46 anni, diabetica dal 2012
Circa un anno fa mi è stato diagnosticato il diabete mellito tipo 2. Sembrerà strano ma il diabete mi è stato diagnosticato perché avevo spesso ipoglicemie. Assumevo regolarmente alimenti che per me erano vitali come, ad esempio le bevande e i dolci che, in realtà, non facevano altro che farmi avere dei cali di glicemia improvvisi tanto è vero che il mio medico voleva curarmi con degli ansiolitici perché i miei sintomi erano molto simili agli attacchi di ansia.
Quando, una volta diagnosticato il diabate andai dal mio endocrinologo mi consigliò subito di prendere una compressa a pranzo una la sera per tenere sotto controllo la glicemia. Sono una signora di 46 anni e voglio premettere che i valori erano 110 al mattino, ma che con la curva da carico non scendevano nelle due ore al di sotto dei 190. Il caso ha voluto che dopo appena una settimana di terapia incontrassi un giovane ragazzo che mi disse essere vegano.
Io non conoscevo neanche questo termine e infatti chiesi con molta onestà di cosa si trattasse. Lui mi spiegò in cosa consisteva l’alimentazione vegana e quanto bene potesse fare per la salute. Mi consiglio di cominciare un'alimentazione il più possibile vegetariana. Provai e i risultati sono stati tali che al controllo successivo ho lasciato specialista senza parole. Ora io mi alimento così: la mia giornata comincia alle 7 e faccio colazione con latte di soia e muesli senza uvetta ed un biscotto integrale.
A merenda mangio 50 grammi di pane integrale con della verdura. A pranzo cerco il più possibile di mangiare legumi conditi con dell’olio crudo accompagnati da verdure cotte e crude (cicora, finocchi, carote, radicchio..). Durante il pomeriggio faccio merenda con qualche noce o mandorla ed un frutto lontano dai pasti. A cena prediligo le verdure crude. Mi preparo delle ricche insalate con ogni tipo di ortaggio. Alle volte a pranzo mangio della pasta integrale (e quando posso me la preparo io in casa!) e la condisco in modo molto semplice.
Di mia iniziativa ho eliminato tutti i latticini. Unica rarissima eccezione è la ricotta che mangio molto sporadicamente. Evito il più possibile le fritture e, quando esco a mangiare una pizza, la prendo ricchissima di verdure. Non ho più toccato un gelato e, quando cedo alla golosità e mangio un piccolo dolcetto, sento che poi sto male.
Ho iniziato ad essere anche più attenta all’attività fisica. Due volte alla settimana faccio acqua gym, il sabato sera vado a ballare e, ora che si riapre la bella stagione, riprenderò come lo scorso anno ad andare in bici. I vantaggi che ne sono derivati sono tantissimi! Ho acquistato più energia vitale, ho perso un po’ di chili, ma la grande sorpresa è la glicemia che al mattino non supera i 90. I valori ematici tutti ottimi e anche i miei problemi di colon irritabile sono andati in netto miglioramento. Insomma, con l’alimentazione giusta ora sto davvero molto meglio, i cali di glicemia sono un brutto ricordo e le mie forze fisiche si sono raddoppiate. Tutto questo grazie a Giacomo, un ragazzo vegano.


"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile. Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato. Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere, per la quale Dio non abbia una cura corrispondente". Paracelso