giovedì 30 aprile 2015

I CRISTIANI AMMAZZATI DELLA CHIESA

22 luglio
1209 – Inizia la lunga e sanguinosa Crociata contro gli Albigesi o Càtari, indetta da Papa Innocenzo III, con il massacro di Beziérs, nel sud della Francia. Si stimano oltre 20 mila le vittime.
La Crociata, che assunse la forma di un vero e proprio genocidio, terminò nel 1229 con la sconfitta dei càtari. Strascichi della Crociata si protrassero fino al 1244 con la caduta della roccaforte càtara di Montsegur e le esecuzioni in massa sul rogo del 16 marzo.
Piccoli gruppi sopravvissero in aree isolate e furono perseguitati dall’Inquisizione sino alla fine del XIV secolo. (In fondo si potrà vedere un filmato sullo sterminio dei Càtari)
Il termine “càtaro” deriva dal greco katharos (puro), con il quale si autodefinirono per primi i seguaci del vescovo Novaziano elettosi antipapa nel 251; per questa ragione il terminekatharoi fu citato per la prima volta in un documento ufficiale della Chiesa Cristiana nei canoni del Concilio di Nicea del 325.
Una diversa etimologia del termine “càtari“, proposta per la prima volta dal teologo Alano di Lilla (1200 ca.), sostiene che il termine derivi sia dal greco katha (spurgo), perché “trasudano tutti i loro vizi“, sia dal latino catus (gatto), perché “si dice che adorino il diavolo sotto le sembianze di un gatto“.
Con la definizione di “càtari“, detti anche albigesi (dal nome della cittadina francese di Albi), furono successivamente designate le persone coinvolte nel sostegno culturale o religioso del movimento ereticale sorto intorno al XII secolo in Occitania.
Le dottrine càtare vennero condannate come eretiche dalla Chiesa romana, prima ancora che essa, dopo il Concilio di Trento potesse definirsi Chiesa cattolica.
I càtari non furono duramente combattuti, come si crede generalmente, da Bernardo di Chiaravalle, il quale creò proprio per loro i “conversi“, corpo laico all’interno dei monasteri cistercensi, nei quali essi potevano esprimersi nelle loro pratiche religiose. Egli guardava a loro con interesse: sebbene la loro predicazione non fosse accettabile da parte della Chiesa, il loro modo di vivere era encomiabile, fondato sull’esercizio di povertà, umiltà e carità. Era questo il fondamento della facile diffusione dell’eresia, poiché era più vicino alla povera gente di quanto non lo fossero gli altri prelati con le loro sottili discussioni teologiche.
Fu proprio per contenere l’estendersi del fenomeno càtaro che, dopo infruttuosi tentativi da parte di alcuni legati papali, Domenico di Guzmán concepì un nuovo modo di predicazione: per combattere i càtari bisognava usare i loro stessi principii, vale a dire, oltre alla predicazione, operare in povertà, umiltà e carità. Questa nuova formula portò Domenico, dieci anni più tardi, alla fondazione dell’ordine domenicano.
Data l’inefficacia di questi interventi di tipo non violento, il Papa Innocenzo III bandì contro di essi nel 1208 una vera e propria crociata, la prima indetta da cristiani contro cristiani. L’errore fu, per i càtari, riunirsi in chiese alla pari della chiesa di Roma. Nonostante questo, nel 1229 i càtari dovettero istituire un quinto vescovado, dato l’aumento numerico dei fedeli. Per rimediare all’inefficacia religiosa della crociata e per debellare l’eresia càtara fu appositamente creato da Papa Gregorio IX il Tribunale dell’Inquisizione, che impiegò settant’anni ad estirpare il catarismo dal sud della Francia
Nello scontro tra eretici e anti-eretici si giunse a gravi fatti di sangue. Entrambi gli schieramenti furono responsabili di atroci violenze, che perpetuavano e accrescevano l’odio reciproco. Le forze anti-eretiche ebbero il sopravvento e si giunse a vere e proprie stragi avvenute nel sud della Francia nei confronti delle popolazioni càtare. Si ricordano, fra le tante, proprio la strage di Béziers, dove furono massacrate circa 20.000 persone (questi i numeri stimati dai legati papali, tuttavia gli stessi crociati, al loro rientro dal massacro, stimarono di aver sterminato “almeno un milione di persone” in tutto), sia cattolici che càtari, uomini, donne, bambini, anziani, e il massacro di Marmande nel 1219, descritto così nella Chanson de la Croisade Albigeoise:
« Corsero nella città [le armate dei Cattolici], agitando spade affilate, e fu allora che cominciarono il massacro e lo spaventoso macello. Uomini e donne, baroni, dame, bimbi in fasce vennero tutti spogliati e depredati e passati a fil di spada. Il terreno era coperto di sangue, cervella, frammenti di carne, tronchi senza arti, braccia e gambe mozzate, corpi squartati o sfondati, fegati e cuori tagliati a pezzi o spiaccicati. Era come se fossero piovuti dal cielo. Il sangue scorreva dappertutto per le strade, nei campi, sulla riva del fiume. »
Il cronista cistercense Cesario di Heisterbach riporta che, durante il massacro di Béziers, dei Càtari trovarono rifugio con dei Cattolici in una chiesa. Il legato pontificio Arnaud Amaury, non potendo distinguere gli eretici ma risoluto a non porre fine al massacro, ordinò quindi: “Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius” (Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi). Vittorio Messori ha cercato recentemente di negare che ciò sia mai successo.
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Sul finire del XII secolo la chiesa ispirò e diresse la crociata contro i Catari o Albigesi nel Mezzogiorno nella Francia. Essi erano cristiani che riconoscevano il valore della vita, l'amore, l'uguaglianza, la fratellanza. Ci vollero vent'anni di guerra e cento di inquisizione per stroncare gli ultimi focolai eretici. Eresia in realtà significa scelta, una libera scelta ad un credo comportamentale, etico e spirituale che si contrappone ad un monolite che si ritiene depositario della verità. Donne e uomini buoni, umili ed inermi, furono calunniati, torturati, seviziati, arsi vivi...
La crociata distrusse l'autonomia della civiltà provenzale. 
Agli occhi della chiesa non piace essere visti per ciò che si è e quello che si vuole veramente.
Per essa la miglior difesa fu l'attacco. La stessa logica repressiva colpirà poi altri gruppi eretici che reclamavano una chiesa libera dalle pastoie del potere. Col rogo di Dolcino, capo carismatico degli apostolici, si annienterà anche l'autonomia della montagna valsesiana e biellese.
Fino a quando non avremo coscienza, la storia è destinata a ripetersi.
E' ora di riflettere!

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