domenica 28 febbraio 2016

Fine e caduta dell’impero Europeo: seppellito da una ondata di migranti e di cattiva politica.

La dilagante incapacità manifesta di governare la crisi dei migranti investe le istituzioni, l’economia e le società europee: la UE non riesce ad uscire dal pantano delle proprie contraddizioni.
Al disagio politico si aggiunge la crescente crisi di fiducia verso le istituzioni comunitarie e lo stesso progetto di Unione deprime lo spirito pubblico europeo.
Questa è la bomba che prima o poi disgregherà quello che poco e male si è riusciti a fare in Europa.
La lunga pressione migratoria clandestina che sta mettendo in ginocchio l’Europa è stata creata a tavolino ed è mirata a sfruttare organizzazioni criminali.
Il populismo razzista che sempre più dilaga nelle destre assesterà un colpo mortale all’idea stessa di Europa.
Gli europei non riescono a capire che dalla politica degli interessi Usa, arrivano solo una lista di: tagli, divieti e sacrifici senza compensi.
Gli europei sono destinati all’estinzione: generano pochi figli e vivono come se il futuro non gli riguardasse.
Hanno il morale fiaccato da misure antisociali, dalla crisi economica e dalla continua guerra in territori vicini.
Siamo vecchi, ci hanno convinto che siamo vecchi e dopo la vecchiaia viene la morte.
Questo è il conto che paghiamo perché siamo condannati a restare sottoposti agli Usa.
Il carattere oligarchico dell’impalcatura sovranazionale si è consolidata e si è comodamente  insediata nelle istituzioni della UE.
Si sono arrogati il potere di controllare i bilanci degli stati nazionali, hanno espropriato alle nazionali il potere di spesa ed esercitano il controllo su tutti i settori dell’economia.
La sua sovrastruttura autoreferenziale trasmette le direttive agli stati membri dell’unione e queste ultime non possono esercitare la loro gestione economica.
In secondo luogo le stesse nazioni al loro interno hanno i fiduciari dell’oligarchia europea che manipolano le leggi ed i regolamenti in conformità con gli interessi di riferimento.
Il decadimento culturale passato attraverso il mito della “società aperta”, il relativismo culturale che cancella il tradizionalismo e l’annullamento delle identità nazionali, ci hanno portato a giustificare l’abbattimento di un regime, tanto a noi basta che ci dicano che è un regime anti-democratico!
I neo-conservatori Huntington, Strauss, Wolfowitz, Perle e Kristol (di origine israelitica) amano praticare un meraviglioso sport: la “guerra preventiva” e la “rivoluzione conservatrice”. Dando una occhiata alle Rivoluzioni “colorate” dei paesi dell’Est e del Nord Africa appare chiara la questione.
Le rivoluzioni eterodirette, spinte da forze esterne al paese stesso in cui si instaurano, di norma premono per un cambio del governo o perché geo-politicamente un paese nel caos può fare comodo. Negli ultimi settant’anni gli USA, attraverso il suo apparato finanziario industriale e i suoi paesi satellite-anglosassoni hanno gettato nello scompiglio mezzo pianeta.
Seguitemi passo a passo in questo labirinto e vedrete dove arriviamo alla fine.
La riduzione della popolazione, la disincentivazione alle nascite causata dagli oneri insostenibili per una famiglia per allevare dei figli compare sui media in toni minori.
In questi tempi si mette in luce solo le lotte per i diritti dei “diversi”, mentre le politiche di assistenza alle famiglie tradizionali vengono tagliate.
Sembra che vogliano dirci che gli immigrati sono la soluzione al calo demografico, vogliono convincerci che si integreranno abbastanza bene.  
Il sempre venir meno del senso di appartenenza ad una nazione si va ad incastrare con una cultura che impone un maggior controllo sulle piccole comunità.  
Di fatto vengono esaltati i partiti politici che si occupano di “integrazione” e di “uguaglianza” mentre vengono demonizzati quelli che possono portare a pericolose derive “nazionaliste”.  
Il lavoro precario e malpagato, allontana le persone dalla politica.  
La sanità e la previdenza è stata tagliata: questa è una soluzione win-win per i conti pubblici, infatti questa forma di risparmio porterà molti vecchietti a morire prematuramente, per mancanza di cure adeguate.
Nello stesso tempo l’integrazione europea appare in pericolo dalle singole iniziative delle nazioni, chiaramente impreparate a fronteggiare l’ondata dei migranti.
I numeri sono impietosi in Grecia sono passati circa un milione di persone negli ultimi mesi, dirette verso il Nord Europa.
Solo in Grecia, con una popolazione di cinque milioni e mezzo di abitanti.
E solo lo sforzo per sostenere questi profughi mentre transitavano attraverso le isole greche ha messo in ginocchio il governo di Atene, già provato da una crisi economica infinita.
Nel mentre impazzano le polemiche per i “diritti civili” e le “coppie di fatto” altre nazioni cercano di chiudere le frontiere, per lasciare i profughi dove sono.
Nello stesso tempo altri paesi “al di fuori” della comunità europea, e chiaramente instabili, come la Turchia, ricevono miliardi di euro per instaurare dei veri e propri campi di concentramento, in modo da impedire il flusso, mossa chiaramente inutile e dannosa, dato che il governo turco, prima ancora di costruire i campi ha già fatto la sua mossa:
-ne vuole 15 di miliardi, altrimenti riempirà l’Europa di profughi-.
Cominciamo bene.
E non parliamo della Libia, altro argomento complesso , e dell’immane casino in cui i paesi europei, si stanno gettando.
Le stesse tecniche utilizzate per causare rivoluzioni colorate sono state applicate in chiave economica nella nostra nazione.
Avete ancora voglia al tramonto di dire: “Domani è un altro giorno?”
Scritto a quattro mani da me, Nuke e Alessia.
FONTE; http://www.rischiocalcolato.it/2016/02/fine-e-caduta-dellimpero-europeo-seppellito-da-una-ondata-di-migranti-e-di-cattiva-politica.html

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