lunedì 19 settembre 2016

VITTIME DEI PREDONI DELL'INSULINA

Come dico spesso, non servono necessariamente esperienze col farmaco e col bisturi per conoscere il corpo umano e guarire tumori e cancri.

Se fosse vero che farmacisti e chirurghi hanno la chiave per vincere queste patologie, dovremmo starcene tutti tranquilli e sereni a fischiettare l’ultimo motivetto della serie.

Se fosse vero che la laurea in medicina merita l’esclusiva pratica, teorica e legale per risolvere la cardiopatia e il cancro, non staremmo qui a guardarci in giro sempre più vulnerabili, sempre più spaventati, sempre più impotenti.

Non serve essere medici nemmeno per guarire il diabete. Anzi, essere medici è troppo spesso garanzia di non far guarire mai nessuno, e di mantenerlo semmai schiavo della proteinomania e dell’insulina vita natural durante, per quei pochi e malandati anni che gli restano da vivere.

Per fortuna che esiste sempre qualcuno che per grinta e determinazione, o anche per caso, si ribella e mette in piazza il re nudo della medicina, privo di foglia di fico, con tutti i suoi poveri e fiappi attributi in spietata evidenza.

Uno di questi eroi, testimoni diretti di una resurrezione completa dal diabete 1, è Angelo Palomba, uscito dopo 12 anni dalla insulino- dipendenza!

Mi perdoni il caro amico dottor Marcello Pamio se mi permetto di prendere questi dati dal suo ottimo articolo dal titolo Uscire dal diabete si può, del 14/12/2011.

Troppo bella e straordinaria questa testimonianza, tratta da

Diabete. Secondo la visione della Medicina ufficiale, della Nuova Medicina Germanica, dell’Igiene Naturale e della Scienza antroposofica, che cercherò qui di sintetizzare.

Il mio nome è Angelo Palomba e sono stato diabetico insulino- dipendente dal 1997 fino a due anni fa [2009], quando ho tolto completamente l’insulina.

Venticinque anni fa diventai vegetariano, ma un vegetariano poco saggio che faceva troppi errori. Eliminava la carne ma mangiava troppi cereali raffinati, troppi formaggi e troppo di tutto. Tanto che con quella alimentazione mi venne il diabete associato a problemi di peso e disturbi epatici. Ero costretto a farmi 22 unità di insulina al mattino, 20 a mezzogiorno, 22 la sera e altre 20 di notte, prima di andare a letto. Oltre 80 unità al giorno! Una quantità enorme. Uno sproposito!

Ero in viaggio in Arizona con Luisa la mia compagna, e con Wolfgang, un mio vecchio amico che abita in New Mexico, per una gita nelle Montagne Rosse. Wolfgang mi vedeva in ristorante farmi sempre l’insulina e, ogni volta storcendo il naso, mi chiedeva se era mai possibile che dovevo farmi tutta quella roba tutti i santi giorni. La mia risposta era sempre la stessa. «Sono costretto a fare questa roba!».

Mi disse che aveva visto sui internet un sito in cui si diceva che il dottor Gabriel Cousens, gestore del centro olistico «L’albero della vita» in Arizona, seguiva i diabetici e li aiutava in soli 30 giorni ad uscire dal diabete [vedere il video dal titolo Crudo & Semplice che gira pure su internet].

Tornato a casa ho guardato il dvd e letto un suo libro dal titolo Solo crudo, che mi ha aiutato pure con delle ricette. Da quel giorno ho cominciato a mangiare alimenti crudi.

Il mio intento era quello di provare a fare solo 30 giorni, seguendo le indicazioni del dottor Cousens. Senza l’aiuto di nessuno, mi sono completamente arrangiato da me.

Mi sono detto che, comunque andasse, nella peggiore delle ipotesi sarei tornato a mangiare le stesse cose di prima.

A quel punto ho cominciato a farmi i germogli in casa, e a riscoprire verdure di tutti i tipi che prima non mangiavo, o frutti che non consideravo, come l’avocado, o semi vari come quelli di sesamo, di girasole e di zucca.

Nel primo periodo ho eliminato completamente tutti i cereali, mangiando solo frutta, verdura, germogli e semi per un mese intero. Passato il mese, mi sono trovato così bene in salute, e con tale energia che ho deciso di fare altri 3 mesi.

Premetto che all’inizio pesavo 96 kg. Il primo mese ho perso 5 kg, e negli altri 3 mesi sono calato di ulteriori 24 kg. Oggi peso 72 kg e sono alto 1 metro e 72.

Mi sono trovato benissimo, con una pelle diversa e con gli amici che mi trovavano tutti trasformato e più giovane.

Ho iniziato a introdurre qualche cibo cotto sottoforma di cereali, tipo grano saraceno, miglio e riso integrale. Circa 40 grammi per porzione, con moltissime verdure crude e cotte. Il piatto, grazie alle verdure, mi riempiva molto.

Da allora ho preso l’abitudine di iniziare sempre il pasto, sia a pranzo che a cena, con le verdure crude, in anticipo sul cotto.

Il primo giorno sono passato da 22 unità di insulina mattiniera a 10 unità. Ho fatto una colazione con due mele e un’arancia, e la glicemia era intorno ai 200-220. Misuravo la glicemia 2 e anche 3 volte al giorno.

A mezzogiorno ho fatto 10 altre unità e, mangiando solo insalata e noci, la glicemia mi era scesa a 60. Stavo andando in ipoglicemia! Ho mangiato qualcosa di dolce, un frutto che me l’ha fatta risalire a 80. Al pomeriggio ho continuato a mangiare frutta ogni due ore. E qui viene il bello.

Alla sera non mi sono fatto nessuna insulina perché avevo paura che mi facesse scendere troppo la glicemia!

Il mio pensiero ormai si era ribaltato, e pensava solo a far alzare la glicemia, lasciarla andare libera e vedere cosa succedeva. Incredibilmente, dal giorno dopo (o secondo giorno) non ho fatto più alcuna insulina!!! A colazione la glicemia è salita a 220, a mezzogiorno era 180 e, alla sera, intorno ai 250. Senza più paura, con totale fiducia, ho aspettato di vedere cosa succedeva e come rispondeva il mio corpo.

Non ho avuto nessun problema e nessun fastidio, solo una fame micidiale, una fame allucinante.

Il terzo giorno la glicemia era 180 di mattina, 160 a mezzogiorno e ancora 180 di sera.

Il quarto giorno 160 di mattina, 140 a mezzogiorno e 160 a sera.

Il quinto e il sesto giorno, inspiegabilmente per la medicina (ma non per la natura umana) la glicemia si è regolarizzata tra i 110 e i 160. E, da quel momento, non si è più alzata.

La glicemia non mi è più andata sopra i 200 se non rarissime volte mangiando una pizza bianca. Ma mentre in passato mi sarebbe andata oltre i 350, ora non più dei 200, il che denota che l’organismo ha ripreso a funzionare, e che fegato e pancreas si sono riattivati.

Oggi, due anni da quando ho smesso con l’insulina, non voglio più saperne di essere schiavo di una sostanza chimica.

Non credo più a nessun medico e a nessuna teoria. Ho semplicemente visto su di me, sperimentando, che questo sistema di vita e di alimentazione crudista ha funzionato e funziona.
In questi due anni sono stato benissimo. Mi sento tuttora, rispetto a prima, cinquanta volte meglio.
Molta più energia e forza. Dormo meglio la notte e non mi ammalo più come succedeva prima. Sono pure più calmo e concentrato.

Non è stato semplice, perché ti ritrovi tutti contro, medici, amici, famiglia, media, libri, televisioni. Un ambiente estremamente avverso. Ma sono convinto che tutti possano farcela, se tirano fuori la giusta grinta e la giusta forza di volontà. Ho avuto la fortuna di poter contare su una compagna che mi ha non solo sostenuto, ma che ha adottato pure lei questo straordinario metodo di alimentazione.

Il mio consiglio ai diabetici è di cambiare il loro stile di vita senza indugio, immediatamente, senza pensarci un minuto di più.

Non sono medico, per cui non posso fare proclami, ma il mio percorso è stato chiaro e ha funzionato in modo perfetto. Il segreto, per non correre rischi di alcun tipo, sta nel calare lentamente e progressivamente l’insulina, fino a quando non ce n’è più bisogno, cioè fino a quando l’organismo inizia a rispondere e a riattivarsi.

Più facile a dirsi che a farsi? Non è vero. Per me ha funzionato senza intoppi. Basta non farsi scoraggiare dalle persone che ci circondano, da amici e parenti incoscienti, da medici satrapi, perché vi diranno in coro e all’unisono che rischierete di morire, di deperire ogni giorno di più, di perdere energia.

Tutti incredibilmente uniti e solidali nell’impedirvi di guarire!

Tutti a sostenere il contrario di quello che voi sentirete e proverete, con l’energia che arriverà come una grande ondata assieme a tanti altri benefici.

Angelo Palomba.



Questo documento è di una importanza strepitosa. Merita essere piazzato a grandi lettere e a tazebao multicolori presso ogni ospedale e ogni clinica del mondo. Non farlo girare significa fare un attentato alla salute, significa insabbiarlo secondo i desideri della medicina.

Teniamo presente che all’inizio del secolo scorso, ai tempi di Ehret tanto per intenderci, salvo casi sporadici, il diabete non esisteva. Oggi è diventato una pandemia che interessa milioni di persone e che continua a salire vorticosamente.

Angelo Palomba non conosce i meccanismi causativi, la eziopatogenesi del diabete, il come e il perché gli è successo, all’infuori di quegli strafalcioni alimentari che ha pure citato in sintesi. Ma ha il merito di aver descritto magnificamente e con dovizia di particolari ogni singolo passo del recupero, mettendo letteralmente in ginocchio tutti i concetti, i dogmi e i metodi della medicina.

Ha confermato che mangiando frutta e verdura crude, esattamente l’opposto di quanto sostengono i luminari di tutte le università e i primari di tutti gli ospedali, si guarisce dal diabete e si sconfigge l’insulinodipendenza.

Il solito paradigma Mendelsohn. «Stai bene? Non andare dal medico. Stai male? Non andare dal medico. Ci sei già andato? Prendi nota di quanto ti ha detto e fa l’esatto contrario, se vuoi salvare la pelle!».

E allora una parola finale da parte nostra è indispensabile.

Il concetto medico che qualifica il diabete come una malattia organica dovuta a disfunzione di organi come il pancreas, e a carenza di ormoni come l’insulina, non sta né in cielo né in terra. Lo abbiamo detto e scritto in tutte le varianti e in tutte le salse. I miei articoli sul diabete stanno sul blog e ce ne sono almeno una ventina. Le testimonianze di guarigione esistono, e stanno pure sul blog.

Se la gente imparasse, riuscisse una buona volta a capire che la caseina del latte disbiosizza e sballa l’intestino, mette in minoranza i batteri sapròfiti (vegetal-derivati), a vantaggio dei batteri putrefattivi (carneo-derivati, ittico-derivati e latte-derivati), aprendo la strada a funghi, candide e a parassiti intestinali (vermi) che portano la conta degli eosinofili a un livello superiore al 2% (verificare i propri dati del sangue), avrebbe in mano la carta interpretativa di tutte le malattie autoimmuni, incluse le tiroiditi, le sclerosi multiple, le rettocoliti, il lupus e il diabete.

Se la gente imparasse che adottando una sana dieta vegano- crudista, con alcune sensate concessioni alla cottura limitata e controllata (amidi naturali come patate, zucche, cipolle, cavolfiori, topinambur, cavolini di Bruxelles, cardi, carciofi, castagne, pop-corn, legumi, e cereali tenuti in ammollo, specie miglio, saraceno, quinoa, riso integrale), si rimette il proprio corpo in condizioni di salute e di benessere, non avrebbe più esitazioni, e si libererebbe di farmaci, vaccini e integratori. Ma l’ignoranza, la paura e il terrorismo sistematico di provenienza medica, la tengono inchiodata ai blocchi di partenza..

Per uno che scatta e taglia il traguardo, come Angelo Palomba, ce n’è un milione che rimane vittima dei predoni dell’insulina.

Valdo Vaccaro


http://altrarealta.blogspot.it/